Sabato, 13 Maggio 2017 - 14:24 Comunicato 1154

L’Unione Europea “condannata” a più coraggio

Europa processata dagli studenti del liceo Da Vinci nella seconda giornata di "Siamo Europa"

Maggior coraggio nell’affrontare le questioni d’attualità come le migrazioni, l’occupazione ed i rapporti tra Paesi membri. Una bella sentenza, quella letta dal magistrato Pasquale Profiti stamani nel tendone di piazza Fiera a Trento durante la seconda giornata di “Siamo Europa”, festival inaugurato ieri con gli interventi di Chiara Saraceno e Gianenrico Rusconi. Ragazzi protagonisti non solo ieri con la GioFest dei Pavoniani, quindi, ma anche oggi con il “Processo all’Europa”. Spazio inoltre anche alla musica con il progetto "Eureka", affascinante viaggio alla riscoperta delle tradizioni musicali e poetiche del Vecchio Continente, e nel pomeriggio ad una serie di incontri su temi di strettissima attualità, dalle migrazioni, ai nuovi nazionalismi, al bisogno di solidarietà.

I ragazzi del liceo Da Vinci di Trento hanno interpretato stamani i ruoli di accusa e difesa davanti a Pasquale Profiti, giudice di questo “Processo all’Europa”. Fra le accuse all’Unione la mancanza di collaborazione tra i Paesi membri, l’inefficace gestione del flusso dei migranti, l’eccessivo sfruttamento di risorse del continente africano. Come “teste” è intervenuto Massimo D’Accordo, specialista di immigrazione, prima di una testimonianza video sulla “jungle” di Calais, accampamento per migranti che cercano di raggiungere la Gran Bretagna. Quindi Alidad Shiri ha raccontato l’esperienza vissuta sulla propria pelle nella sua fuga attraverso Afghanistan, Pakistan, Iran fino all’approdo in Europa sul semiasse di un tir. A difendere l’Unione Europea Pier Virgilio Dastoli, presidente del Comitato italiano del Movimento Europeo (Cime), che ha parlato del rapporto complesso dell’Unione con la Turchia. “Come Cime – ha sottolineato – abbiamo chiesto la sospensione della Turchia dal Consiglio d’Europa, così come avvenne con la Grecia dei colonnelli e con la Russia. Si può arrivare rapidamente ad una modifica del Regolamento di Dublino, ma è necessario anche modificare a livello di Nazioni Unite la disciplina in materia di rifugiati che risale al 1951”. Roberto Santaniello, che si occupa di media e comunicazione per la rappresentanza della Commissione europea in Italia, ha ricordato che “l’Unione mette a disposizione 3,5miliardi annui per la cooperazione nei confronti dell’Africa”. Nella sentenza l’Europa è stata spronata ad avere più coraggio in diversi campi d’azione. Si può rivedere la lettura della sentenza sulla pagina www.facebook.com/siamoeuropa.

in tarda mattinata, sempre al tendone di piazza Fiera, spazio anche alla musica e alla poesia, con il trio del progetto "Eureka" (al secolo Luciano Gaetani, Beppe Cavani e Marco Michelini), per un viaggio fra le note e i versi del Vecchio Continente, da Lisbona a Roma, dall'Irlanda alla Romania (ma anche da Omero a Schiller). Nel pomeriggio continuano gli incontri, su temi di stretta attualità, e in serata il viaggio di Riccardo Carnovalini, fotoreporter e camminatore, già compagno di strada di Paolo Rumiz.

Ieri sera invece Gianenrico Rusconi e Chiara Saraceno, introdotti da Giuseppe Tognon, presidente della Fondazione Alcide Degasperi, hanno dato il via ufficiale alla manifestazione. Il sindaco di Trento  Alessandro Andreatta ha portato alla manifestazione i saluti della città, richiamando l'attenzione sul fatto che nessuna delle conquiste dell'Europa unita vanno date per scontate. Nelle sue parole qualche esempio: una scuola di Meano che non consuma energia, ispirata da una direttiva europea del 2010, recepita (in ritardo) dall'Italia nel 2013; una copertura sempre più ampi del servizio offerto dagli asili nido a Trento, di nuovo per recepire le normative europee in materia di sostegno alla maternità; il decreto Ronchi del 97 con le sue conseguenze sulla raccolta differenziata, che poggiava su ben 3 direttive europee.
A seguire il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi che ha sottolineato la necessità di continuare a far vivere il sogno degasperiano. "Si può stare assieme nelle diversità - ha detto - liberandosi dalle incrostazioni, dalle catene delle paure, affidandoci in primo luogo a chi l'Europa ce l'ha già dentro, i giovani". Per Olivi anche un territorio come il nostro può dare il proprio contributo alla costruzione della nuova Europa, con fiducia, creando legami. E di legami hanno parlato i due relatori, molto noti sia per la produzione scientifica sia per quella pubblicistica, entrambi con un passato all'Università di Trento, come ricordato da Tognon. Nella lezione di Rusconi, le alterne vicende e fortune dell'Europa, dalle origini, in verità un po' contestate, alla sfiducia attuale, da cui scaturiscono populismi e sovranismi. Da Schuman ad oggi si delinea il cammino dalla cooperazione economica ad una sempre più stretta integrazione europea, realizzato solo in parte: chi di fatto decide in Europa è il Consiglio europeo, non esiste ancora un vero e proprio Governo europeo, nemmeno la Commissione lo è, l'Europa "è piena di nominalismi che nascondono le cose". Ma le crisi vengono sempre superate, e l'Europa ancora resiste, confrontandosi con nuovi attori, come Putin e Trump, e nuovi problemi, dalle migrazioni al terrorismo fino alla Brexit. Chiara Saraceno ha ripercorso le caratteristiche del welfare mediterraneo, scandinavo e mitteleuropeo. Ricordando un episodio curioso negli anni Settanta, quando “le donne danesi e svedesi del movimento femminista europeo si contrapposero alle donne del sud dell’Europa perché pensavano che avrebbero attaccato il loro modello di welfare”. L’Unione di oggi dà sempre più raccomandazioni anche in ambito sociale, ma “in questo momento l’Unione Europea delude sia per la sua agenda sociale, ma anche per la sua agenda democratica”.

Il venerdì del festival si è concluso con la presentazione del testo “Dal libro dell’Esodo” e della mostra fotografica “Scappare la guerra”, visitabile fino a domenica nel giardino dell’arcivescovado di piazza Fiera. Gli autori Roberta Biagiarelli e Luigi Ottani hanno ripercorso il loro viaggio nell’agosto 2015 verso il confine tra Macedonia e Grecia. “Una migrazione forzata – ha spiegato Biagiarelli – per siriani, iracheni, afghani, pakistani. Noi abbiamo voluto smontare scientemente il pregiudizio. L’Europa dovrebbe far risuonare la positività dell’immigrazione”. Michele Nardelli, ex consigliere provinciale, ha ricordato alcuni dati storici che avvalorano la tesi di Paolo Rumiz: l’Europa era “più Europa” all’inizio del ‘900. A inizio Novecento a Gardolo c’era una moschea dove i soldati austro-ungarici bosniaci potevano pregare. Nel censimento del 1910 si scoprì che a Sarajevo il 13,4% della popolazione parlava spagnolo: erano i rappresentanti della comunità ebraica. Al tempo c’era una ricchezza di diversità che poi è andata persa. 

Immagini a cura dell'ufficio stampa

All.: il "verdetto"



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