Venerdì, 08 Ottobre 2021 - 12:55 Comunicato 2811

La festa con Malagò e gli atleti. Il saluto di Federica Pellegrini. Irma Testa, il pugilato è donna: “Sarà la più forte del mondo”
L’Olimpiade più bella: splendono le stelle azzurre al Festival dello sport

“Tramontate stelle, all’alba vincerò”: si apre con il “Nessun dorma” eseguito dagli spalti del Teatro sociale l’incontro su “Tokyo 2020, l’Olimpiade più bella della nostra vita”, emozionante colonna sonora per l’ingresso dei portabandiera azzurri in Giappone Jessica Rossi ed Elia Viviani. Non tramontano certamente le stelle azzurre celebrate al Festival dello sport di Trento. Con 40 medaglie, 10 d’oro, altrettante d’argento e 20 di bronzo, l’estate vincente del tricolore è il tema della “festa” condotta da Elisa Di Francisca e Cristina Fantoni, alla presenza di Giovanni Malagò, presidente del Coni, e tantissimi medagliati olimpici italiani: Abraham Conyedo, lottatore, Mauro Nespoli, arciere, Lucilla Boari, tiratrice al volo, Nicolò Martinenghi e Alessandro Miressi, nuotatori, Stefano Oppo e Pietro Willy Ruta, canottieri, Manfredi Rizza, canoista, Irma Testa, pugile, Enrico Berrè, schermidore. A loro, a tutti gli atleti, è andato il saluto in video di Federica Pellegrini. Nella platea del Sociale anche una rappresentanza della Giunta provinciale trentina con il presidente della Provincia autonoma di Trento e gli assessori a salute e istruzione e giovani.
Al Sociale di Trento festa per gli atleti di Tokyo 2020 [ Ufficio Stampa PAT]

Quanto abbiamo da condividere per riavvolgere il nastro delle 40 medaglie, in un’estate segnata da un podio giorno per giorno, chiede Fantoni. “Ci sono giornate meravigliose - risponde Malagò - che partono bene dall’inizio e altre no. Avere la fortuna di poter festeggiare ogni giorno una medaglia credo sia un record per i miei colleghi che arriveranno”.

La parola tocca ai portabandiera. “È un ruolo che ti travolge - dice Elia -, ti butti al 100%. Io pensavo: voglio essere l’esempio perfetto, dare motivazioni a tutti gli altri ragazzi. Ai Giochi per me non è arrivato l’oro, è arrivata comunque una bellissima medaglia, sono contento per il grande risultato di gruppo”. “Io ho vissuto questo ruolo in modo sereno, era una cosa talmente inaspettata, una bellissima esperienza” aggiunge Jessica.

A proposito dei portabandiera in quota “rosa e azzurra”, Malagò racconta: “Il Cio stesso ha consigliato ai Paesi che ne avevano la possibilità di indicare un uomo e una donna, una cosa positiva”. Il presidente del Coni racconta anche un aneddoto, l’annuncio dell’addio all’Olimpiade di Elisa Di Francisca, campionessa di scherma, in occasione della seconda gravidanza: “Ha vinto due medaglie d’oro, un argento a Rio, dei grandissimi risultati”.

A sorpresa arriva il videomessaggio di Federica Pellegrini, impegnata nei contest tv: “Un grandissimo bacio agli atleti, è bellissimo festeggiare questa estate azzurra indimenticabile” dice la “Divina” con cinque Giochi nel curriculum.

La parola passa a ciascun atleta. “Vivere questa Olimpiade è stato un qualcosa di unico. Si respirava un’aria di famiglia” rivela Martinenghi, argento nella staffetta mista tricolore. “Eravamo tutti molto giovani, nella staffetta più giovani del nuoto italiano - aggiunge il compagno di squadra Miressi -. Eravamo tesi, ma ce la siamo cavata. Ora pensiamo a Parigi: sarà fra tre anni, è molto vicina”.

Rizza, argento nella canoa specialità K-1 200 metri, parla di “una medaglia voluta a tutti i costi: l’ho davvero preparata tantissimo”.

“La medaglia pesa, è mezzo chilo, ma è un risultato unico” afferma la giovane Boari, prima donna italiana a vincere nel tiro con l’arco, con il suo bronzo in Giappone. “Ricorderò ogni freccia” interviene Nespoli, anche lui arciere, che era alla sua quarta Olimpiade.

Così i canoisti Oppo e Willy Ruta, argento nel doppio pesi leggeri: “Noi dobbiamo andare d’accordo in barca ma soprattutto fuori. Il nostro rapporto è ottimo” dice il primo. “Il nostro gesto scaramantico? Non si rivela - aggiunge il compagno di squdra -, ognuno ha tutti i suoi rituali, la concentrazione, ripensare a quello che devi fare in gara”.

Dopo Enrico Berrè, argento nella prova a squadre della sciabola, il microfono passa ad Abraham Conyedo, bronzo nella lotta libera: “Ho pensato fino alla fine che quella medaglia era mia”. Irma Testa, prima italiana a salire sul podio nel pugilato, con una medaglia che ha abbattuto i pregiudizi di genere, strappa un forte applauso: “La mia è una medaglia che ha un grandissimo peso per tutti gli sport definiti prettamente maschili o prettamente femminile. Il pugilato italiano oggi è forse più donna che maschio. Tante ragazze vogliono mettersi in gioco e vincere perché hanno visto che è possibile”. Malagò le fa un complimento che non si dimentica: “Emma sul ring combatte con uno stile straordinario, come i massimi, Cassius Clay, Frazier e i Foreman. Questo non le impedirà diventare la più forte del mondo, ha tutte le caratteristiche per farlo”.

(sv)


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