A settant'anni dall'Accordo di Parigi, e alla vigilia del Terzo Statuto di autonomia, è il popolo trentino che riprende in mano il "pallino" della propria storia e del proprio futuro. Ecco perché momento tra i più significativi di questa Giornata dell'Autonomia è stata la consegna dell'Aquila di San Venceslao a quattro testimonial generazionali.
La piccola Giulia Bezzi ha spiegato che "a scuola ho imparato che il luogo in cui vivo è un po’ speciale perché è sempre stato una terra di confine abituata ad incontrare e accogliere popoli diversi. Grazie a questa particolarità siamo autonomi e questo ci ha permesso di riuscire a gestire le nostre risorse naturali. Siamo nel cuore delle Alpi quindi ci sono montagne, tra cui le Dolomiti, ci sono foreste, riserve e parchi naturali, borghi montani e bellissimi castelli. Sono orgogliosa di essere trentina e spero che la nostra capacità di convivenza tra popoli diversi possa essere un esempio per costruire un mondo migliore senza confini e conflitti".
Nicola Conci, giovane ricercatore ha invece sottolineato come "ricerca e innovazione risuonano come un eco sui media. La loro concretizzazione richiede però coraggio e lungimiranza, dedizione e abnegazione. La strada è tortuosa e il ritorno non è immediato, e le realtà internazionali con cui ci confrontiamo quotidianamente ci fanno capire quali siano gli ingredienti fondamentali che ne determinano il successo: in primis la condivisione di una visione e di obiettivi a lungo termine e i cui risultati possano via via avere ricadute concrete sul territorio e sulla popolazione, migliorando i servizi che già offriamo, e che molti ci invidiano, nella sanità, nei trasporti e mobilità, nell’educazione e formazione, per citare alcuni esempi. Per fare ciò è necessario investire sulle nuove generazioni e sul capitale umano di cui disponiamo, scommettere sulle buone idee, puntare in alto. In Trentino ha dato ascolto a queste esigenze e, passo dopo passo, siamo stati in grado di guadagnare prestigio, grazie all’eccellenza della ricerca nei diversi settori, delle tecnologie dell’informazione, della meccatronica, dei microsistemi, della cultura agraria e viticolo enologica, della fisica teorica e della matematica, anche grazie ad un'università aperta al mondo e con centri di ricerca e sviluppo affermati a livello internazionale. Ma sappiamo bene che non si può puntare in alto se non partendo dalle nostre radici. Ed è con questa consapevolezza che portiamo avanti la ricerca in Trentino, muovendo i nostri passi verso il futuro, per tracciare nuovi sentieri e oltrepassare i nostri confini".
"Si dice spesso - ha spiegato l'insegnante e mamma Kathia Battocletti - che per una donna conciliare il lavoro e la famiglia non è facile, specialmente quando si hanno dei figli in giovane età. È assolutamente vero, ma la maternità è un'esperienza straordinaria, che ogni donna dovrebbe poter provare nella vita senza dover per questo rinunciare alle proprie aspirazioni lavorative. Per questo motivo sono felice che la nostra terra sostenga concretamente e ormai da anni la genitorialità, con importanti politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro e di sostegno alle famiglie numerose o in difficoltà. Sono esse che dimostrano, al di là di qualsiasi facile retorica, il grande senso di comunità del Trentino. E sono altrettanto felice di crescere i miei figli in un territorio dove c'è un sistema scolastico-formativo attento anche ai bisogni educativi speciali, in un ambiente sano dove possono praticare diversi sport e conoscere da vicino la natura, in una terra dove da sempre si incontrano culture diverse, in una Provincia che li sosterrà quando cercheranno un lavoro e vorranno mettere su famiglia, e garantirà loro sostegno se mai nella vita dovessero per qualsiasi motivo trovarsi in difficoltà. So che qui i miei figli, se si impegneranno, avranno ogni opportunità di realizzare i loro sogni".
Infine, Carlo Gaddo, a nome del mondo degli anziani ha raccontato "A volte mi chiedo se saprei vivere da qualche altra parte. Sono nato qui, sono cresciuto qui, qui mi sono sposato, qui vivono i miei figli ed i miei nipotini. Ho sempre vissuto tra queste valli, tra queste montagne. Certo, molto è cambiato da quando ero giovane, ma le persone, quelle per fortuna sono ancora le stesse. Persone a volte di poche parole, ma di molti fatti. Persone che amano la loro terra, la lavorano quotidianamente, ne sono orgogliosi. Persone che credono nella cooperazione, nella solidarietà, nel volontariato, nell'aiutare i vicini e anche coloro che vicini non sono. Questo è il Trentino per me: una stretta di mano tra enerazioni diverse, in cui i giovani ascoltano e rispettano i loro "veci", perché qui sappiamo tutti che le basi del futuro sono sempre scolpite nel nostro passato". (g.z.)
Immagini a cura dell'Ufficio stampa