Sabato, 11 Ottobre 2025 - 21:49 Comunicato 2950

Kolo Touré e l’Arsenal degli invincibili: “Fortissimi perché in campo eravamo come fratelli”

Dal campo alla stanza dei bottoni per la gestione dei giocatori: il Festival dello Sport di Trento ha ospitato Kolo Touré, pilastro delle difese “invincibili” in Premier, e Maheta Molango, avvocato e amministratore delegato che rappresenta oggi la voce collettiva dei calciatori. L’uno ha vissuto il calcio dal campo, l’altro lavora dietro le quinte per trasformarlo: insieme incarnano il presente – e il futuro – del potere nel pallone. Touré, ex Arsenal, Manchester City e Liverpool, due volte campione d’Africa con la Costa d’Avorio, ha portato in campo carisma e rigore tattico. Molango, svizzero-congolese, ex attaccante e oggi amministratore delegato della PFA (Professional Footballers’ Association), è la nuova figura di riferimento del sindacato dei calciatori inglesi, tra diritti, etica e futuro del gioco.
KOLO TOURÈ E MAHETA MOLANGO: LA PREMIER DEI FENOMENI Nella foto: Davide Chinellato, Kolo Tourè, Maheta Molango [ Nicola Eccher - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Touré non ha nascosto di essere arrivato nel momento giusto al posto giusto: “Sono stato fortunato ad approdare all’Arsenal, nella Premier League. Si giocava in modo intenso e aggressivo. Eravamo invincibili perché eravamo come fratelli. Se qualcuno faceva un errore, tutti ti aiutavano a rimediare. Siamo stati ad alto livello per diverso tempo proprio per un clima di squadra che ti supportava in tutto. L’Arsenal per me era una famiglia, e quindi giocavo per una famiglia”.

Molango ha spiegato che “nel Regno Unito il vero cambio di passo è stato quello di creare nuovi ambienti, di puntare su stadi sicuri e pensati per portare tutta la famiglia, in relax. Nei club invece garantire un’accoglienza non casuale, curata, è fondamentale per dei ragazzi giovani che arrivano da Paesi con abitudini e culture diverse. La Premier dei fenomeni è partita nel 2004 e nel 2005. Ora, al sindacato dei giocatori, lavoriamo per un approccio diverso: il calcio è cambiato. Qui in Italia devono migliorare gli stadi e, di conseguenza, il rispetto dei tifosi per i giocatori”.

Kolo ha ricordato con un sorriso di nostalgia lo spogliatoio di quell’Arsenal: “Si scherzava, si rideva, ma poi in allenamento era più difficile che in gara. Con Mancini allenatore e Balotelli compagno di squadra al Manchester City ho vinto poi un’altra League. Mancini è stato l’uomo giusto per tenere tutti assieme. Mario è una persona dolce, speciale. Non è pazzo, tra virgolette: quella è solo una posa per il pubblico. Con la nuova proprietà degli sceicchi al Manchester è cambiato tantissimo tutto quello che facevamo: è stato un momento di transizione”.

Touré ha parlato anche delle partite giocate al Manchester insieme al fratello Yaya: “Un momento speciale, fantastico. Poi con me è venuto nella nazionale della Costa d’Avorio. Più forte io o lui? Io ero un combattente, ma lui era tecnicamente fortissimo. Ha dovuto faticare meno di me. Al Liverpool non abbiamo vinto il campionato, come nelle due precedenti esperienze, ma ci siamo andati molto vicini. Ora lavoro in panchina, sono assistente di Pep Guardiola, e devo dire che c'è davvero molta pressione. Io da giocatore, con lui, sarei potuto migliorare molto, ma non ho mai avuto questa possibilità, non ho potuto fare questa esperienza. Ora però sono al suo fianco, dall’altra parte del campo, ed è un’esperienza davvero incredibile. Imparo ogni giorno da lui”.

(gt)


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