La “grande bellezza” nel mondo della Formula 1 e del motorsport raccontata da un campione del Mondo che ha saputo sempre imporsi in pista e nella vita a modo suo: non banale, se porti il nome di un mito diventato leggenda come quello di Gilles Villeneuve. Jacques Villeneuve, ispirato dalle domande e dagli spunti della giornalista Federica Masolin, ha regalato ai tantissimi spettatori del Teatro Sociale di Trento un’ora di aneddoti, storie, analisi e racconti sulla Formula 1 di ieri e di oggi.
Rigorosamente politicamente scorretto e sferzante, il canadese classe ’71 è partito proprio da quel confronto col padre che dal punto di vista mediatico, oltre che personale, ha contraddistinto gran parte della sua carriera da pilota: "Papà aveva uno spirito competitivo e una visione delle cose uniche, mi ha trasmesso tanto: io però ho sempre corso perché volevo farlo, perché volevo essere me stesso. A un certo punto ho messo da parte i confronti e le forzature mediatiche sulla mia carriera come continuazione di quella di mio padre. Non l’ho mai fatto per mettere in ombra il ricordo di Gilles, ma per dare valore e senso al mio percorso". Dopo gli inizi nelle formule minori ("Avevo promesso a mia mamma che avrei fatto il pilota solo una volta finito il liceo. Sono ancora in tempo per mantenere quella promessa.. "), l’esordio in Formula 1 vissuto con la mentalità di chi vuole arrivare in alto: "Nelle prime gare il mio compagno di squadra Damon Hill mi dava un secondo al giro. Ma sono stato paziente, ho imparato e lavorato tanto. E alla fine l’ho battuto. Non è solo sport, c’è un po’ di arte nella guida e nella macchina". Il confronto e le battaglie sportive con Michael Schumacher, lo spirito anticonformista che lo ha reso un icona anche fuori dal mondo delle corse con quei capelli biondo-ossigenati e le tute oversize: "Decisi di farmi quel taglio di capelli all’improvviso dopo aver visto il film Trainspotting: mi presentai con il mio nuovo look a Magny Cours senza dire niente a nessuno, il mio agente rischiò lo svenimento vedendomi".
E sulla Formula 1 di oggi ("Il dominio non è della scuderia, ma di Verstappen") Villeneuve non vuole giudicare affidandosi a nostalgie del passato: "Spesso pensiamo che il passato sia migliore, ma non è sempre così. La Ferrari? Cambia troppo ogni anno, difficile trovare continuità".
(mo)
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