Domenica, 25 Maggio 2025 - 12:12 Comunicato 1399

Intelligenza Artificiale, l’Arabia Saudita pronta alla competizione globale

Negli ultimi anni, l’Arabia Saudita ha adottato un piano strategico per diversificare la propria economia, cercando di ridurre la dipendenza dal petrolio per abbracciare un futuro basato sull’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, puntando in particolare sullo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale. Ne hanno parlato al Festival dell’Economia di Trento il viceministro per la ricerca economica dell’Arabia Saudita, Yaser Faquih e il prorettore del Politecnico di Milano, Giuliano Noci, intervistati dalla giornalista Barbara Carfagna.
Reigning with artificial intelligence Nella foto: Barbara Carfagna, Yaser Faquih, Giuliano Noci [ Daniele Paternoster - Archivio Ufficio Stampa PAT]

“Dal 2017, quando l’IA era all’orizzonte, abbiamo cominciato a investire per preparare le infrastrutture e le normative necessarie allo sviluppo dell'IA – ha spiegato il viceministro – e oggi siamo pronti a collaborare con tutti i Paesi che lo vorranno fare. Non abbiamo preclusioni. Abbiamo lavorato per fasi al fine di ponderare i rischi. La situazione di incertezza internazionale non ci aiuta, ma nei nostri piani di sviluppo abbiamo introdotto molti elementi di flessibilità. Oggi possiamo dire che lo sviluppo dell’IA può diventare importante quanto il petrolio. Nel corso degli anni, il Regno ha cercato di attrarre investimenti esteri e ha promosso iniziative per creare una solida infrastruttura tecnologica, coinvolgendo grandi attori internazionali come Google, Microsoft e altri giganti tecnologici”.

“L’Arabia Saudita – ha detto Giuliano Noci – con la potenza degli investimenti e una visione lungimirante sta emergendo con un grande disegno infrastrutturale sull’Intelligenza Artificiale. L’Europa è largamente deficitaria sulla consapevolezza del ruolo che l’IA avrà in futuro. Se l’Arabia Saudita diventa un nodo cruciale infrastrutturale l’Italia e l’Europa devono sviluppare una strategia di partenariato. Come italiani e come europei – ha aggiunto – abbiamo un’eccessiva dipendenza dagli Stati Uniti. Nel grande scacchiere geopolitico – ha detto ancora Noci – la gestione dell’energia e la gestione dei dati saranno i due asset su cui si giocherà la potenza del futuro. Il terzo asset si chiama conoscenza. La partita delle infrastrutture l’abbiamo persa, ma possiamo giocare una grande partita nell’attrazione dei talenti. L’Europa e l’Italia possono puntare sul soft power della conoscenza”.

(fm)


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