
All’incontro ha partecipato il direttore generale della Provincia autonoma di Trento Paolo Nicoletti – affiancato dalle dirigenti Laura Pedron, Luisa Tretter, Antonella Rovri e dal direttore di Cassa del Trentino Lorenzo Bertoli. Nel suo intervento il direttore generale ha sottolineato come “il tema dell'edilizia abitativa rappresenta una questione importante e delicata anche nella realtà trentina. La Provincia autonoma di Trento si sta occupando di questo argomento in un'ottica sistemica. Ci sono diversi aspetti da considerare, soprattutto in una situazione in cui si sta verificando un aumento dei tassi di interesse. È quindi necessario valutare che tipo di strumenti possano essere utilizzati per sostenere le famiglie che intendono creare un nucleo familiare e acquistare casa, anche alla luce delle politiche messe in campo dalla Provincia Autonoma di Trento per agevolare tali obiettivi, che vi hanno visto coinvolti”.
Dati Banca d’Italia
Nel corso della riunione Michele Cascarano e Francesca Modena della Banca d’Italia (filiale di Trento) hanno presentato i dati che fotografano la situazione dell'indebitamento delle famiglie trentine. Il tasso di crescita dei prestiti alle famiglie è cresciuto nell’ultimo quinquennio: l'aumento si è fatto forte nel periodo post pandemia e sostenuto soprattutto dalla componente dei mutui per l’acquisto della prima abitazione, riguardando in particolare il segmento a tasso fisso. Una dinamica comune a tutta l’Italia e che sta vedendo ora un rallentamento. Per quanto riguarda le condizioni occupazionali il tasso di occupazione del Trentino è superiore alla media nazionale e si attesta a circa il 70% nella media dei primi 3 trimestri del 2022 – ultimo dato disponibile - contro la media italiana del 60% (dati di fonte Istat). Il rapporto tra ricchezza netta e reddito disponibile è significativamente maggiore alla media italiana e nell’ultimo decennio il differenziale rispetto al resto del paese è quasi raddoppiato.
Dopo la presentazione di Banca d’Italia è stato aperto il confronto. I rappresentanti delle banche del territorio hanno presentato le azioni e le misure messe in campo per mitigare l’onere a carico delle famiglie segnalando, da un lato, che le famiglie trentine in quest'ultimo anno mano a mano che aumentava l’euribor (tasso di riferimento per i mutui a tasso variabile) si sono orientate in prevalenza per il tasso fisso e, dall’altro, fortunatamente vi è ancora una buona sostenibilità del debito: un ridotto ad oggi tasso di default e un livello di ritardo nei pagamenti fisiologico che non denota particolari difficoltà. Vi è sicuramente una generale preoccupazione e una forte attenzione al dialogo con i clienti per individuare possibili strategie. La possibilità di conversione del mutuo da tasso variabile a tasso fisso consentita dalla legge di bilancio 2023 è richiesta da molti anche se poi non sempre viene finalizzata perché oggi i tassi fissi sono troppo alti.
Sicuramente vi è inoltre un rallentamento sulle nuove operazioni. I dati dimostrano come le famiglie trentine siano attualmente in attesa di capire quale sarà il momento opportuno per fare nuovi investimenti, tenendo presente che i continui rialzi del tassi da parte della BCE hanno deteriorato il potere di “mutuo acquisto” ovvero la capacità di acquisto di un immobile.
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