
L’incontro, coordinato dalla giornalista Luisa Pizzini, responsabile comunicazione di Fondazione Caritro, ha preso le mosse da una data storica per l’adozione di queste politiche: il 1965, anno in cui negli Stati Uniti fu vietata la discriminazione nei contratti di lavoro. Questa decisione è tornata alla ribalta di recente perché tra i prima ordini esecutivi del presidente americano Trump vi è stata la revoca della legge del 1965. Francesca Devescovi ha poi parlato delle tematiche relative alla carriera di una donna in Italia: “Siamo tra i primi paesi in Europa sull’istruzione femminile ma dopo è come se questo talento, questo vantaggio, si disperdesse. In Italia infatti lavora solo una donna su due, di cui un terzo è part-time a differenza degli uomini. Una donna su tre decide di lasciare il posto di lavoro a causa della maternità e questo avrà ripercussioni anche sulla sua pensione. Un’altra disparità economica riguarda le retribuzioni più basse del 20% rispetto agi uomini a parità di ruolo e il fatto che solo il 20% dei ruoli dirigenziali sia occupato da donne”.
Roberto Busato ha posto invece l’attenzione sul contesto trentino: “I dati di inclusione di genere – ha detto il direttore di Confindustria Trento – ci devono far riflettere anche in Trentino anche se siamo più virtuosi rispetto ad altre regioni italiane. Nella nostra provincia abbiamo un 70% di occupazione femminile di cui però la metà ha contratti part-time perché i carichi familiari obbligano le mamme anche in Trentino a non poter lavorare al pomeriggio”. Busato ha sottolineato la creazione da parte di Confindustria Trento di un’agenzia per la famiglia con l’obiettivo di incentivare politiche di questo tipo evidenziando un altro aspetto rilevante: “C’è solo un 30% di donne che ricopre ruoli dirigenziali, un numero inferiore al dato nazionale, mentre un’altra preoccupazione riguarda le poche donne imprenditrici, solo il 22%, presenti in Trentino. Anche qui un dato inferiore alla media nazionale che ci preoccupa come associazione”. Anita Penati, direttrice generale Fondazione Caritro, ha spiegato che le fondazioni di origine bancaria sono enti no profit, che per avere i fondi necessari gestiscono patrimoni, compiono delle attività finanziarie. Si tratta di quelle attività che anche in un contesto familiare sono considerate prettamente maschili. Un aspetto questo molto radicato nella cultura anche oggi che porta a vedere il ruolo della donna più nelle attività di cura, mentre quello dell’uomo si lega maggiormente alla gestione della finanza. Nell’incontro si è parlato anche di Paridee, un’importante iniziativa che unisce proprio Fondazione Caritro e Feltrinelli rivolta alla parità di genere. Paridee è al centro di un percorso iniziato lo scorso anno con incontri nel capoluogo e in vari luoghi del Trentino con ospiti come Antonella Viola, Jacopo Veneziani e Valeria Parrella.