La nascita dei Villaggi SOS affonda le sue radici in Austria, nel 1949, all'indomani della fine della seconda guerra mondiale. Quattordici anni dopo, nel 1963 il primo Villaggio del Fanciullo Sos nel nostro Paese fu costruito a Trento grazie alla lungimirante intuizione di Nilo Piccoli e Zita Lorenzi. Nello stesso anno nasceva l’Associazione Nazionale Sos Villaggi dei Bambini, oggi presente in Italia con cinque Villaggi Sos (Trento, Vicenza, Saronno, Mantova, Ostuni) e tre Programmi (Calabria, Torino e Milano).
In questi oltre 60 anni, centinaia di bambine e bambini rimasti orfani hanno trovato nel Villaggio Sos un ambiente in cui poter crescere.
«Nel 1970 mi telefonò il dottor Edo Benedetti, allora sindaco di Trento e presidente dell’Associazione Amici dei Villaggi SOS; mi chiese di realizzare un documentario per far sapere com’era nata questa idea e perché era stato costruito a Trento un Villaggio, ormai molto diffuso: nel centro del Parco di Gocciadoro 7-8 casette con un centinaio di ospiti, tutti bambini senza famiglia, che vivevano una vita normalissima, in casette unifamiliari: avevano una mamma, i fratelli e le sorelle di sangue non venivano separati, andavano a scuola, giocavano in cortile, facevano passeggiate». Racconta così Giacomo Santini, l’inizio dell’avventura che lo porterà a realizzare “Vita in famiglia”, girato nel 1971 e restaurato nel 2024 da Lorenzo Pevarello della Cineteca della Fondazione Museo storico del Trentino. Un viaggio dall'Austria fino in Puglia passando per Trento, che racconta la storia di questa organizzazione che conta ormai più di 500 villaggi sparsi in tutto il mondo. Sicuramente un'importantissima testimonianza storica.
Al talk che ha seguito la proiezione - moderato da Sara Zanatta - è intervenuto anche Andrea Rudari presidente del Villaggio del Fanciullo di Trento. Rudari ha riportato l'attenzione sulle caratteristiche del Villaggio oggi e sulle sfide che dovrà affrontare nel futuro. "Architettonicamente il villaggio di Trento non è cambiato molto, ma sono mutati i contenuti: oggi le "mamme" e le "zie" volontarie non ci sono più, ma ci sono persone che hanno seguito un percorso di formazione apposito per svolgere questo lavoro. I bambini piccoli sono molto meno rispetto ad una volta; l'età media al giorno d'oggi è attorno ai 15 anni; ci sono molti stranieri provenienti da zone di guerra e le situazioni che vivono gli ospiti sono legate ai principali disagi "moderni", soprattutto quello psichico" - queste le sue parole.
Rudari, pur evidenziando le complesse problematiche che il Villaggio si trova ad affrontare al giorno d'oggi, ha concluso sottolineando un aspetto molto positivo e cioè la grande vicinanza tra la città di Trento e il Villaggio, che può godere delle numerose donazioni fatte da parte dei cittadini.




