
In un silenzio carico d’attesa ed emozione, rotto solo dal garrire delle oltre cento bandiere delle nazioni che sventolano sul colle di Miravalle, la cerimonia è entrata nel vivo scandita nei suoi momenti più solenni: l’alzabandiera e l’omaggio al tricolore sulle note del silenzio, la deposizione di una corona ai piedi della Campana dei Caduti e l’inno nazionale eseguito dai piccoli cantori del Minicoro di Rovereto.
"Desidero rivolgere un saluto a tutti i presenti, anzitutto al Presidente della Provincia di Trento. Ringrazio molto la Sindaca di Rovereto e il Reggente la Fondazione per l’accoglienza e per l’invito. Invito che mi era stato più volte rivolto dall’indimenticabile Alberto Robol", sono state le parole del Presidente Mattarella. "Su questo colle di Miravalle, accanto a Maria Dolens, il primo pensiero naturalmente corre alla grande intuizione di Don Antonio Rossaro, quando ebbe l’ispirazione di trarre, da armi che avevano ucciso in tante diverse frontiere d’Europa, un suono di pace e di concordia. In occasione dei cento anni di Maria Dolens, questa intuizione è particolare punto di riferimento - ha detto il Presidente Mattarella - . Il ritorno qui è prezioso, in questo momento storico della vita internazionale, in cui, in pieno contrasto con i desideri, le aspirazioni, le attese dell’umanità in ogni continente, in ogni parte del mondo, riemergono ombre che si pensava non dovessero più aver spazio e presenza. Di chi ritiene di reintrodurre le guerre di annessione territoriale, che pensavamo appartenessero a momenti oscuri nei secoli passati; o di chi pensa di ripristinare il dominio del più forte su coloro che sono più deboli; o di poter bombardare civili nelle loro abitazioni, fino al massacro di giovani intenti a festeggiare, ascoltando musica. In questa condizione, non ci si limita più neppure al pur triste compito di colpire soldati contrapposti. Ma si spara e si uccide su luoghi di preghiera, su luoghi in cui si distribuisce acqua a chi ha sete, o pane a chi ha fame. Si colpiscono soccorritori che prestano aiuto ai feriti. Tutto questo crea non soltanto un contrasto radicale con le attese dell’umanità, ma rischia anche di introdurre una spirale di risentimenti, di odio, di contrapposizioni che genera, a sua volta, costantemente, altre violenze. Per questo è importante questo ritorno qui, presso Maria Dolens. Questa condizione esorta a rilanciare il messaggio che, da qui, cento anni, fa è partito. Vi è una condizione di speranza cui l’umanità aspira, e che deve prevalere su quanto avviene e su quanto, con tristezza, con allarme, registriamo. Quanto avviene crea sovente anche disorientamento nella vita internazionale, anche nella vita quotidiana delle persone. Per questo – ripeto - è prezioso questo ritorno qui. I rintocchi di Maria Dolens esprimono non soltanto un dolore rinnovato da quanto avviene, ma esprimono soprattutto - e ne siamo convinti - un messaggio di pace e di speranza".
“Signor Presidente della Repubblica, on. Sergio Mattarella è con immenso onore e profonda emozione, che oggi, a nome dell'intera comunità di Rovereto, delle autorità qui rappresentate, dei cittadini e delle cittadine intervenute, le do il benvenuto sul Colle di Miravalle - questo il benvenuto della sindaca Giulia Robol -. La sua presenza non è per noi solo una cortese visita, ma la più alta e prestigiosa testimonianza istituzionale, che conferma il valore e il legame che “Maria Dolens” incarna come patrimonio non solo roveretano e trentino ma internazionale e mondiale, quale simbolo di Pace, memoria di sofferenza e ricordo dei caduti di tutte le guerre. Questa giornata, Signor Presidente, onora la nostra città, il nostro Trentino, e rafforza ulteriormente quella che è la nostra vocazione più intima e riconosciuta: essere "Città della Pace". Un impegno che quotidianamente ci prefiggiamo di concretizzare attraverso i valori della pace, del rispetto dei diritti umani, della solidarietà e del volontariato, della cooperazione internazionale. Quest'anno è un anno speciale. "Maria Dolens" celebra il suo Centenario: cento anni, cento rintocchi che, sera dopo sera, si perdono nell’aria, per unire attraverso il suono che esce dal bronzo tutti i popoli, come recita la frase ideata da Don Antonio Rossaro e su di essa incisa: dum aere jungo populos".
È stato quindi con un grande bentornato che il reggente della Fondazione Campana dei Caduti, Marco Marsilli, ha accolto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, evidenziando come, all’interno di un programma caratterizzato da una serie di eventi artistico- culturali, musicali ed accademici di elevato profilo, “oggi la nostra commemorazione raggiunge senza alcun dubbio, il momento più alto e solenne”. Il reggente, nel ripercorrere la storia di “Maria Dolens”, ha posto in luce la spiccata vocazione internazionale della Fondazione, a partire dalla “visionaria idea di don Antonio Rossaro che esattamente 100 anni fa volle trasformare le armi che avevano disseminato morte e distruzione nell’Europa del primo conflitto mondiale in strumenti di pace, fondendole e dando vita alla originaria Campana. Da allora ogni sera, all’imbrunire, Maria Dolens emette i suoi struggenti Cento Rintocchi, per onorare la memoria di tutti i Caduti e di tutte le vittime nei combattimenti, senza distinzione di paese, credo, religione o etnia”. Una vocazione internazionale che oggi si concretizza nella presenza, presso la sede della Fondazione, "di ben 106 bandiere diverse, riconducibili in larghissima parte a Stati ed organismi multilaterali, presso due dei quali - il Consiglio d’ Europa e le Nazioni Unite - la Fondazione gode di un formale atto di riconoscimento" simbolo di una collaborazione che supera i confini.
"Il Trentino ha accolto con profondo orgoglio e gratitudine la visita del Presidente della Repubblica, che ha voluto essere presente in due luoghi simbolici del nostro territorio in un momento di grande significato: Tesero, per commemorare il quarantesimo anniversario della tragedia di Stava, e Rovereto, in occasione del centenario di 'Maria Dolens', la Campana dei Caduti. La sua presenza rappresenta un gesto di straordinaria attenzione non solo verso il Trentino, ma anche verso i valori universali che questi luoghi incarnano. Stava ci richiama alla memoria una delle più gravi tragedie che hanno segnato la nostra terra. Rovereto, con la sua Campana, simbolo di pace e di riconciliazione tra i popoli dopo la fine della Grande Guerra, ci ricorda ogni giorno quanto sia preziosa e fragile la pace", questo il commento del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, al termine della cerimonia.
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Presidente Fugatti
Vicepresidente Spinelli
Sindaca Robol
Presidente Consiglio Soini
Reggente Marsilli