Sul palco del Melotti oltre a Sgarbi si sono seduti Alessandro Cecchi, ideatore e curatore della mostra e direttore di Casa Buonarroti, Pietro Folena, dell’associazione culturale MetaMorfosi, e Denis Isaia, curatore del Museo d’arte di Trento e Rovereto. In platea numerose autorità locali, l’assessore provinciale alla cultura Mirko Bisesti, i parlamentari, i componenti del cda del museo.
“Oggi è un giorno importante per il Trentino, non solo per il Mart e per Rovereto - ha esordito Fugatti -. Grazie a tutti coloro che hanno collaborato all’evento, oltre questi mesi che sono stati difficili, pesanti per la pandemia. Sappiamo quanto il Covid ha toccato l’organizzazione del museo che tanto aveva fatto per portare il Caravaggio”.
Il presidente ha poi citato l’adesione registrata finora dalla riapertura del polo espositivo con l’inaugurazione della mostra su Raffaello. “Abbiamo letto che su Rovereto e la Vallagarina la presenza turistica comincia a essere importante e questa mostra farà aumentare sicuramente lapartecipazione. Ringrazio Bisesti, Franco Panizza e naturalmente Vittorio. Grazie per aver creduto nel Trentino, anche nei momenti di difficoltà”.
Le presenze che lievitano in questi giorni in tutti gli spazi espositivi del museo sono “la dimostrazione – ha continuato Fugatti - che i trentini amano il Mart e le idee di Vittorio. È la consacrazione per un impegno verso il museo e il Trentino”.
Da parte sua, Sgarbi presentando la mostra ha parlato di un percorso per il Mart, avviato dall’inizio della sua presidenza, che collega antico e moderno. Un dialogo costante che permea il progetto incentrato su Raffaello, come quello inaugurato oggi con Botticelli e il prossimo annunciato centrato su Canova. “La contemporaneità di Botticelli parla da sola. Questo è il museo più bello d’Italia, per architettura, spazi, capacità di organizzare mostre”.