Ancora una volta, dunque, la solidarietà trentina soccorre chi è in difficoltà. In Giordania i profughi siriani continuano a crescere: sono 600.000 secondo l'Unhcr, l'Alto commissario per i rifugiati, e oltre un milione per il governo giordano. Al di là delle cifre, comunque, rimane il dramma di un'emergenza che ormai dura da troppo tempo e che non accenna a finire, assumendo anzi i contorni di una destabilizzazione permanente.
L'intervento della Protezione civile trentina - come ricorda il responsabile Roberto Bertoldi - era stato richiesto lo scorso anno in seguito ad un input inviato dalla Commissione europea al Ministero degli Affari Esteri italiano, che a sua volta aveva delegato il Dipartimento nazionale della Protezione civile. L'incarico prevedeva l'allestimento di una costruzione prefabbricata per ospitare un ospedale nel nuovo campo profughi di Azraq, che ha una capienza di 130mila persone. Attualmente ne sono stati insediati 10.000, e il numero cresce di 600 persone al giorno. Il Trentino era stato individuato come possibile realizzatore dell'opera dal capo della Protezione Civile nazionale Franco Gabrielli per la prontezza e l'affidabilità dimostrata in precedenti interventi d'emergenza sia sul territorio nazionale che all'estero.
I lavori sono costati in tutto circa un milione di euro. I costi relativi a trasferte, progettazione, gestione amministrativa, soggiorni e trasporti sono stati contenuti al massimo. L'ospedale ha anche un reparto pediatrico e una nursery, una sala operatoria, sei posti letto di terapia intensiva, sala parto, laboratorio di analisi, farmacia. Il campo, dal campo suo, è già una vera città, che lentamente sta superando la stessa dimensione del vero e proprio "campo profughi", trovando una sua fisionomia stabile " Il personale dell'ospedale si compone di 140 persone fra medici e infermieri, di cui 100 locali - sottolinea Andreatta - . Ci sono 170 donne gravide in questo momento nel campo e il primo bambino dovrebbe nascere in questi giorni".
Apprezzamento è stato espresso dal ministro Mogherini, intervenuta alla cerimonia di inaugurazione assieme ad altre autorità, fra cui la figlia del re di Giordania, i rappresentanti dell'Unione europea, dell'Unhcr, della Croce Rossa, per un'opera giudicata indispensabile al fine di alleviare le sofferenze dei profughi siriani e di aiutare al tempo stesso in governo giordano, che sta facendo fronte all'emergenza generata anche all'interno dei suoi confini dal conflitto.
Foto a cura dell'ufficio stampa/protezione civile trentina -