Lunedì, 09 Marzo 2015 - 02:00 Comunicato 545

Un protocollo d'intesa con la Provincia per il "riuso" dell'applicativo
IL PROTOCOLLO INFORMATICO TRENTINO "P.I.TRE" PER L'AUTOMAZIONE DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA E FINANZE

Nell'ambito del processo in corso di digitalizzazione della pubblica amministrazione il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha deciso, al fine di ottimizzare e razionalizzare la propria attività amministrativa, di far proprio il "Protocollo Informatico Trentino", in sigla P.I.Tre, l'applicativo di proprietà della Provincia entrato ormai nella prassi gestionale dei flussi documentali interni non solo della Provincia stessa ma di numerosi altri enti ed amministrazioni locali, quali ad esempio Azienda sanitaria, Università, Comuni, Comunità di Valle, Regione, Consiglio provinciale, istituti scolastici, ecc, per un totale ad oggi di quasi 300 enti e oltre 13.000 utilizzatori. Il "riuso" da parte del ministero del programma informatico "made in Trentino", sarà regolato da un protocollo d'intesa - che sarà firmato a breve - tra la Provincia e lo stesso Ministero delle Finanze il cui schema è stato approvato stamane dalla Giunta provinciale con una delibera che non comporta alcuna spesa a carico del bilancio provinciale e firmata dal Presidente Ugo Rossi.-

Dopo il riconoscimento ottenuto a livello nazionale quale miglior applicativo del settore (tanto che l'Agenzia per l'Italia Digitale ne ha richiesto nel 2014 l'inserimento nel Catalogo nazionale dei programmi riusabili), il programma P.I.Tre è stato ritenuto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze la soluzione informatica più idonea, sotto il profilo tecnico, funzionale, organizzativo ed economico, a soddisfare le proprie esigenze di automazione nell'ambito della gestione documentale e del protocollo informatico e ne ha quindi richiesto alla Provincia il diritto d'uso, a titolo gratuito non esclusivo.
Il Protocollo d'intesa in questione contiene la disciplina puntuale dei rapporti tra la Provincia autonoma di Trento, in qualità di amministrazione concedente, e il Ministero dell'Economia e delle Finanze in relazione al riuso dell'applicativo P.I.Tre, prevedendo in particolare che le parti adottino iniziative di collaborazione e cooperazione fin dalle fasi di analisi e studio delle soluzioni tecnico-organizzative per il riuso dello stesso e che tutti gli sviluppi, modifiche, integrazioni e nuove funzionalità – effettuate a cura e spese di una delle amministrazioni contraenti (in questo caso a cura del Ministero della finanze) - potranno essere concesse in riuso a titolo gratuito all'altra.
COS'È IL RIUSO DI PROGRAMMI INFORMATICI
Per "riuso di programmi informatici" si intende la possibilità per una pubblica amministrazione di riutilizzare gratuitamente programmi informatici o parti di essi, sviluppati per conto e a spese di un'altra amministrazione, adattandoli alle proprie esigenze.
Il principale riferimento normativo per la pratica del riuso è rinvenibile nel CAD - Codice dell'Amministrazione Digitale, il quale prevede che "le pubbliche amministrazioni che siano titolari di programmi informatici realizzati su specifiche indicazioni del committente pubblico, hanno obbligo di darli in formato sorgente, completi della documentazione disponibile, in uso gratuito ad altre pubbliche amministrazioni che li richiedono e che intendano adattarli alle proprie esigenze, salvo motivate ragioni".
I recenti aggiornamenti del CAD hanno dato nuovo impulso alla pratica del riuso, in particolare estendendo l'istituto del riuso anche a "parti" di programmi informatici ed alle pratiche tecnologiche ed organizzative adottate dalle pubbliche amministrazioni, prevedendo la definizione di linee guida da utilizzare nella redazione di capitolati per l'acquisizione di software riusabile da parte di altre amministrazioni e imponendo alle pubbliche amministrazioni che debbano acquisire programmi informatici la preventiva valutazione comparativa, di tipo tecnico ed economico, tra le soluzioni disponibili sul mercato e i programmi informatici appartenenti alla categoria del software libero.
Nello scenario attuale di evoluzione dei sistemi informativi pubblici il riuso di programmi informatici o di parte di essi - siano essi programmi di proprietà della p.a. o moduli appartenenti alla categoria del software libero o a codice sorgente aperto - è considerato un tema prioritario, dato che le p.a. italiane dispongono di un patrimonio applicativo esteso a molteplici settori dell'azione amministrativa che rappresenta un bene pubblico rilevante sotto diversi profili:
- economico, in quanto frutto di consistenti investimenti effettuati nel tempo;
- tecnologico, in quanto in molti casi costituito da applicazioni realizzate con tecnologie recenti e con un buon livello di qualità del software;
- della cultura e della conoscenza, poiché le applicazioni integrano nella loro architettura funzionale la capacità di interpretare e tradurre le norme in strumenti e servizi per la collettività.
Incentivare la pratica del riuso significa favorire la riduzione dei costi di acquisto di prodotti e servizi in ambito ICT nella p.a. e la disponibilità di software di qualità. Ma significa anche rendere disponibili alla comunità del riuso le modifiche e le nuove funzionalità dei sistemi informativi realizzate, a spese proprie, da una delle amministrazioni utilizzatrici. (c.z.)
-