Mercoledì, 20 Marzo 2024 - 15:07 Comunicato 603

Al via la mostra con i capolavori rinvenuti a Civezzano
I tesori longobardi al Castello del Buonconsiglio

Venerdì 22 marzo ad ore 18 sarà inaugurata al Castello del Buonconsiglio la mostra che racconta la storia dei Longobardi in Trentino attraverso i capolavori rinvenuti nelle tombe della “principessa” e del “principe” di Civezzano esposti assieme per la prima volta. Ingresso libero. Sarà presente la traduzione Lis.
Trento, Coppia di orecchini in oro e ametista, VII sec.d.C, Castello del Buonconsiglio [ Castello del Buonconsiglio ]

La mostra, visitabile  fino al 20 ottobre 2024, racconta  la storia dei Longobardi in Trentino attraverso i capolavori rinvenuti nelle tombe della “principessa” e del “principe” di Civezzano  esposti assieme per la prima volta. 
La rassegna è nata dalla collaborazione tra il Castello del Buonconsiglio e il Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum di Innsbruck, l’importante istituzione enipontana che custodisce molti manufatti di provenienza trentina e con la quale si è mantenuto e consolidato negli anni un rapporto di grande collaborazione. La rassegna, curata da Annamaria  Azzolini, Veronica Barbacovi e Wolfgang Sölder, offre infatti un’occasione per riesaminare i dati storici e i materiali inediti custoditi nei depositi di entrambi i musei alla luce delle conoscenze incrementate grazie agli scavi condotti dalla Soprintendenza per i beni culturali, ma anche di approfondire tematiche emerse già nell’Ottocento con la nascita dell’archeologia “barbarica”. Ciò che venne ritrovato a Civezzano nell’Ottocento, quando il Trentino era parte dell’Impero Asburgico, è conservato al Ferdinandeum di Innsbruck; ciò che venne invece rinvenuto all’inizio del secolo successivo  e acquistato dal museo imperiale di Vienna, è giunto al Castello del Buonconsiglio, dopo l’istituzione del Museo trentino. 
La mostra unisce idealmente i due musei proprio nel momento in cui quello trentino festeggia il primo Centenario della sua istituzione e il Ferdinandeum ha appena concluso le celebrazioni del bicentenario. Una ricerca che parte dalla scoperta nella località piemontese di Testona sul finire dell’800 di una necropoli i cui reperti furono attribuiti a popolazioni germaniche, oggetti che servirono ad identificare quelli rinvenuti a Civezzano nella tomba “principesca” nel 1885. Dal museo di Innsbruck ma anche dai musei reali di Torino, arrivano in Trentino, al Castello del Buonconsiglio, reperti davvero straordinari, testimonianze  rarissime di alte manifatture dei primi insediamenti longobardi in questi territori. “È una mostra che scrive per la prima volta la storia dei Longobardi in Trentino, afferma Laura Dal Prà, direttore del Castello del Buonconsiglio”. 
E lo fa offrendo al pubblico un racconto emozionante, lungo un percorso punteggiato da autentici capolavori. Ciascun oggetto racconta una storia. A partire da un unicum assoluto: il sontuoso sarcofago del “Principe di Civezzano”, impreziosito da raffinate decorazioni con animali stilizzati  in ferro battuto. Gli strepitosi monili in oro della “Principessa di Civezzano” raccontano di contatti bizantini, ma anche di un legame forte con le proprie tradizioni germaniche.
Se di “Stile Civezzano” si parla per descrivere i noti motivi “longobardi” presenti su fibbie e puntali di cinture in argento e ferro, nell’esposizione spade, crocette, fibule, e monili in oro vengono presentati così come erano utilizzati un tempo, grazie alle ricostruzioni grafiche. La preziosità e la raffinata fattura di questi reperti fanno capire come i Longobardi di Civezzano fossero una élite potente nella società del tempo, capace di accedere ai beni suntuari. Il fatto che la necropoli fosse collocata ben discosta dall’antica pieve porta a pensare che si trattasse di un nucleo di famiglie di religione ariana. “Le indagini che questa mostra ha stimolato – sottolinea Annamaria Azzolini, curatrice con Wolfgang Sölder e Veronica Barbacovi, dell’esposizione  – sono state dirette ad approfondire tematiche su larga scala: dalla provenienza delle materie prime utilizzate al diffondersi di questa cultura nel tempo e nello spazio, sino all’analisi del DNA dei resti umani. Ad offrire al pubblico e agli studiosi, insieme alla emozione di ammirare reperti davvero unici per storia e bellezza, informazioni che consentono di riscrivere una Storia sino ad oggi non pienamente svelata”.

Rassegna stampa ad uso interno: Articoli da IL T, Corriere del Trentino - 23.03.2024

(ac)


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