Brondi spiega come sia importante per un’artista avere una propria traiettoria, anche nel pop, come hanno fatto i grandi artisti a cui lui si ispira. Come Battiato, che per primo ha inserito nei suoi pezzi parole, riflessioni e luoghi che non erano mai entrati nelle canzoni prima di lui, in un grande lavoro di sperimentazione che ha allargato i confini della musica. Ma anche De Andrè, De Gregori, i CCCP. Nel “piccolo manuale di pop impopolare” che accompagna il disco, va oltre il confine delle canzoni, dando spazio al contesto in cui sono nate, alle esperienze fatte, ai luoghi vissuti. “La musica – spiega autocitando un suo precedente album – continua ad essere un talismano per affrontare tempi incerti e scrivere per me è un modo per mettere in ordine nel caos dell’universo, per avere notizie di me senza saperlo”.
Per il cantautore le canzoni rappresentano una sorta di esperimenti con la verità. Forse anche per via del suo approccio alla musica: partito come autodidatta, senza conoscere in maniera approfondita la materia, ha naturalmente infranto le regole, ma senza superbia. Ora, che queste regole le conosce meglio, quando si accorge che rischia di entrare in meccanismi automatici di scrittura, si ricorda di rifarsi sempre alla verità. Quella verità – specifica – che ti fa tremare le voci mentre la esprimi, perché parte davvero dal tuo profondo. Diverse le riflessioni anche sul tema della natura e sul rispetto del pianeta, che lui cerca di raccontare senza fronzoli e mettendo in discussione la visione antropocentrica dell’uomo, che spesso distorce le valutazioni, come quando ci si sente soli in un posto pieno di vita come il bosco, solo per l’assenza di segnali di passaggio umano. Un’occasione per ribadire come bisognerebbe osservare di più la natura per rimettersi nella giusta proporzione riconoscendo la propria fragilità e il fatto che in fondo siamo solo “esseri di passaggio”.
In conclusione, una carrellata di pezzi dal suo ultimo album, a partire proprio dal pezzo “Un segno di vita” che dà il nome all’opera.
Trentodoc Festival è promosso dalla Provincia autonoma di Trento e organizzato da Istituto Trento Doc e Trentino Marketing, in collaborazione con Corriere della Sera.
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