
Memoriale caduti trentini
Il Sacrario di Castel Dante, di proprietà dello Stato, oggetto di un intervento di restauro, è un presidio della memoria e del sacrificio di circa 20.000 soldati italiani e austro-ungarici, i cui resti furono qui traslati dai vari cimiteri di guerra che erano sorti sulle montagne circostanti. La proposta progettuale preliminare, curata dall'architetto Marzari prevede, per il Memoriale dei caduti trentini, due soluzioni integrate, una all’esterno e una all’interno del Sacrario, tra loro complementari. All’esterno, sulla collina, seguendo il principio insediativo suggerito dalla forma circolare della pianta del Monumento, verrà realizzato un percorso che sale il colle, lasciando però inalterate le caratteristiche topografiche della collina. I nomi e i dati dei caduti saranno incisi su formelle in pietra collocate su lapidi adagiate sul terreno lungo il percorso: 12.000 nomi circa, per un’area di 2.000 mq, che potrà aprirsi ad ulteriori nomi che dovessero emergere durante gli anni. La geometria e l’articolazione di questa sorta di labirinto, che abbraccerà metaforicamente l’imponente Monumento, saranno in relazione con i caduti ricordati all’interno. Le caratteristiche formali degli interni del Sacrario non lasciano margine ad interventi, ma un’eccezione è costituita da un antro al primo livello inferiore: il progetto all’interno, prevede la realizzazione di un’installazione, tramite rivestimento metallico amovibile, dall’aspetto consunto, drammatico, dei residui bellici, che copre integralmente pavimento, soffitto e pareti; incorporato nel rivestimento vi sarà un grande schermo stratificato, dove si vedranno “scorrere” tutti i 12.000 nomi dei caduti, sullo sfondo dei luoghi e dei paesaggi della guerra. Ai lati sono situati quattro postazioni per la consultazione individuale con monitor touch screen, con filtri di ricerca per luogo, nome, data, comune, ecc.. I riquadri del rivestimento si prestano per l’esposizione di pannelli con testi e fotografie.
Provvisoriamente, in attesa che si completi l’iter di autorizzazione e realizzazione della sede definitiva, si è deciso di rendere pubblico il Memoriale già nel 2018 con due installazioni una presso la stazione ferroviaria di Trento e l'altra presso un'idonea sala del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto.
14 ottobre
Allo scoppio della prima guerra mondiale il Trentino faceva parte dell'Impero austro-ungarico e confinava con il Regno d'Italia. Nell'estate del 1914 migliaia di trentini furono richiamati alle armi e inviati sul fronte orientale, in Galizia (territorio oggi diviso fra Polonia e Ucraina), per combattere contro l'esercito russo. Nel corso della Grande Guerra furono 60.000 in totale i trentini arruolati, circa 12.000 non tornarono. Un anno dopo, nel maggio del 1915, la dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria portò il conflitto nelle case dei trentini. Con l'apertura del fronte meridionale le zone di confine vennero evacuate. Furono oltre centomila i profughi sfollati, la maggioranza nell'entroterra dell'Impero austro-ungarico, principalmente nei campi di Braunau e Mitterndorf e nei Paesi della Boemia e della Moravia, altri furono evacuati dall'esercito italiano nel Regno d’Italia.
La data scelta ricorda entrambi questi aspetti: nell'autunno del 1914 vi furono scontri sanguinosi sul fiume San, in Galizia, nel corso dei quali morirono molti soldati trentini, di contro nel novembre del 1915 entrarono i primi trentini nella “città di legno” di Braunau, il baraccamento destinato ai profughi evacuati allo scoppio della guerra con l’Italia.