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A 5 anni dalla tempesta Vaia, il Trentino porta ancora i segni della devastazione. Ma anche della “riconquista” del bosco. L’evento meteo di fine ottobre 2018 aveva causato 4 milioni di metri cubi di alberi schiantati su 20mila ettari, oltre a frane e smottamenti. È seguito l’attacco da parte del bostrico: il coleottero si è diffuso a partire dalle aree “ferite” e raggiungendo l’intero territorio provinciale dove gli alberi uccisi (in particolare piante di abete rosso) hanno raggiunto quota 2 milioni di metri cubi su 10mila ettari. Il bilancio finale, secondo il Servizio Foreste - potrebbe superare quello della tempesta. Va comunque detto che, nonostante la “conta dei danni” del 2023 sia tutt’ora in corso, un dato confortante viene trasmesso dall’Ufficio fitosanitario del Servizio Agricoltura: le popolazioni del bostrico in Trentino appaiono in flessione, con una riduzione delle catture dello scorso anno di circa il 18% rispetto al 2022.
Intanto, molto è stato fatto per ripristinare, risarcire e ricostruire anche grazie al lavoro di 130 operai forestali dipendenti del Servizio foreste che, oltre ad occuparsi anche della gestione degli oltre 5.400 chilometri di strade forestali del Trentino, ogni anno mettono a dimora 400mila piantine.
Come detto, il bosco è anche un’importante risorsa economica per tutte le aziende della filiera foresta-legno: 220 imprese sono specializzate nelle utilizzazioni forestali e 126 si occupano di segagione. Se a queste aggiungiamo tutte le aziende dell’indotto, si può ben comprendere l’importanza di questo settore per l’economia provinciale.
Buona parte del “legname tondo” commercializzato in Trentino transita attraverso il “Portale del Legno”: un sistema che offre un modello digitale delle vendite, preso a modello da tutte le Regioni italiane. Si tratta di risorse fondamentali per molti enti pubblici: il 2024 si è aperto con buone prospettive di ricavi grazie a un aumento significativo dei prezzi rispetto al 2023, anche a causa delle difficoltà di importazione da Austria e Germania.