
Intervistato da Roberta Scorranese con intermezzi musicali di Patrick Trentini, Ghemon ha illustrato il lavoro del comico, ha spiegato come la risata sia sempre più necessaria in questo periodo complicato, raccontato i momenti di depressione, il ruolo di suo nonno nella sua comicità, l’amicizia con il gruppo “I neri per caso”, la passione per le maratone (ne ha corse sei) e ha svelato le ragioni alla base di un cambiamento così radicale, avvenuto dopo una carriera da cantante ben avviata con due apparizioni al festival di Sanremo e altrettanti dischi d’oro: “Far ridere è molto complicato – ma mi sono reso conto che cercare la risata degli altri, beninteso senza essere il clown della compagnia, faceva parte della mia quotidianità. Anche da piccolo, la prima volta che ho impugnato il microfono, ho imitato Corrado Guzzanti proprio con l’intenzione di far ridere gli altri. Una cosa molto diversa dal trovare una melodia giusta per le parole”.
Un gesto di coraggio non indifferente per un cantante ormai affermato: “La prima volta che sono salito sul palco da comico – ha concluso Ghemon - ho avuto le medesime sensazioni di quando sono salito sul palco di Sanremo: sapevo che ero esattamente dove volevo essere. Nonostante la tensione e l’adrenalina, alla prima risata tutto si è sciolto. Uno dei tanti pregi della comicità è rendere meno temibile l’errore, cosa che non è permessa nella musica e ancor meno nei social”.
Il Trentodoc Festival è promosso dalla Provincia autonoma di Trento e organizzato da Istituto Trento Doc e Trentino Marketing, in collaborazione con Corriere della Sera.
Qui le immagini:
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