Il confronto, promosso dalla Provincia autonoma di Trento e ospitato nella sede della Comunità di Valle della Bassa Valsugana e Tesino, ha visto gli interventi tecnici di Appa, del Servizio agricoltura e di Fem. Sono intervenuti anche il presidente della Federazione provinciale allevatori del Trentino Giacomo Broch, per l’introduzione, e il direttore di APOT Alessandro Dalpiaz e Stefano Rizzi (Consorzio Vini del Trentino), che si sono dichiarati interessati all’utilizzo di fertilizzanti organici provenienti dagli effluenti zootecnici.
Al centro dell’attenzione dell’appuntamento di Borgo il tema della qualità delle acque del fiume Brenta e del lago di Serraia e delimitazione delle relative ZVN. L’appuntamento ha consentito di valutare in modo condiviso le possibili soluzioni per la gestione sostenibile delle deiezioni zootecniche provenienti dalle stalle del territorio, che guardi con particolare attenzione alla tutela dei corsi d’acqua e dell’ambiente, anche alla luce dei monitoraggi condotti sul fiume Brenta e nel lago di Serraia.
In particolare la zona della Valsugana è stata individuata dalla Giunta provinciale come “Zona vulnerabile da nitrati di origine agricola (ZVN)”, sulla base delle indicazioni contenute nelle normative europee. Dai dati di monitoraggio nel quadriennio 2016-2019, il fiume Brenta e il lago di Serraia, sono stati designati corpo idrico eutrofico (ricco di nutrienti) e delimitati come ZVN, per la quale dovrà essere disposto entro il prossimo mese di giugno un Programma d’azione volto ad individuare soluzioni ed iniziative per ridurre l’apporto di nitrati alle acque superficiali e sotterranee. È necessario, nonché obbligatorio, mantenere un equilibrio tra nutrienti apportati da effluenti zootecnici e nutrienti necessari per produttività del suolo e delle colture. Per questo tra le azioni immediate per ridurre gli apporti di nutrienti di origine agricola, sono state indicate: la corretta gestione della concimazione organica e chimica in base alle esigenze agronomiche delle colture e la riqualificazione delle fasce di vegetazione lungo i corsi d’acqua e i laghi per mitigare l’apporto di sostanze inquinanti verso gli stessi.
Si è poi affrontato il programma d’azione e principali adempimenti in ZVN e l’Accordo di Programma per la gestione sostenibile degli effluenti zootecnici nell’area pilota della Bassa Valsugana messo in campo da Provincia, Fondazione Edmund Mach, Federazione Allevatori, Apot e Consorzio Vini del Trentino. Entro giugno dovrà quindi essere adottato il Programma d’Azione per le ZVN il cui obiettivo è quello di favorire l’economia circolare che passa dalla zootecnia alla frutticoltura e alla viticoltura, oltre che di valutare la possibilità di utilizzare le migliori tecnologie volte a migliorare e valorizzare la qualità agronomica dei reflui zootecnici. Altre azioni da realizzare in ZVN per la limitazione degli apporti di nutrienti possono essere la riqualificazione delle fasce tampone, dei trattamenti degli effluenti zootecnici anche per favorire la delocalizzazione degli effluenti zootecnici su frutteti e vigneti o per aumentare periodi di spandimento dettati anche dai Regolamenti Comunali.
Nel concludere l’incontro il vicepresidente Tonina ha voluto ricordare come “l’intento della riunione di oggi, e di quelle che abbiamo già tenuto in Val di Non e nelle Giudicarie, è quello di trasmettere informazioni per iniziare un nuovo percorso. Mi piace ricordare come siano molti i giovani che hanno deciso di fare questo lavoro e lo portano avanti con passione. Oggi non ci si può improvvisare. Serve innovare e impostare la propria attività tenendo conto degli aspetti legati alla sostenibilità. Questo è possibile anche grazie al sostegno dell'ente pubblico e in particolare dalla Fondazione Edmund Mach”.