Pierpaolo Donati, professore Alma Mater (PAM) di Sociologia dei processi culturali, ha definito la famiglia come un “bene comune” in quanto sorgente di beni relazionali per sé stessa e per la comunità. Il Trentino - ha detto - è una rete di comunità locali co-ordinate dall’ente provinciale, che sfugge alla radicalizzazione della dialettica pubblico-privato perché l’elemento comunitario persiste come sintesi di un bene comune, che connette “relazionalmente” pubblico e privato. La società globalizzata richiede sempre di più, e non sempre di meno – ha aggiunto – il molteplice ruolo di mediazione che la famiglia è chiamata a svolgere per far fiorire le virtù personali e sociali. La mediazione famigliare non è una relazione né privata né pubblica, ma è comunitaria. La legislazione è chiamata a riscoprirlo.
“Occorre agire in una logica intersettoriale, integrando ambiti d’intervento e professionalità - ha evidenziato la professoressa Elisabetta Carrà, ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, presso la Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Bisogna promuovere la costituzione di reti e partnership a livello territoriale e la creazione di reti tra persone e famiglie, nell’ottica della community care. Inoltre, - ha aggiunto – occorre proteggere e valorizzare le relazioni comunitarie che rappresentano le condizioni fondamentali per una sostenibilità, anche economica, dei progetti e la continuità dei servizi nel tempo.
Luciano Malfer, dirigente generale di Agenzia per la coesione sociale, autore, insieme a Michele Dorigatti, del libro “Politiche familiari, coesione sociale e benessere”, ha evidenziato il ruolo della famiglia come attivatore di coesione sociale, rimarcando l’importanza di considerare la famiglia non più come un soggetto passivo del sistema economico, da aiutare, ma un soggetto attivo del sistema socio-economico da sostenere in relazione agli effetti positivi che può scatenare. Per far questo – ha aggiunto – occorrono metodologie e impianti normativi basati su una coraggiosa creatività istituzionale e legislativa come è avvenuto in Trentino dove negli ultimi 10 anni il numero di famiglie con 3 o più figli è cresciuto del 35%.