Domenica, 25 Maggio 2025 - 18:50 Comunicato 1419

Esperti e istituzioni a confronto per costruire il futuro dell’occupazione

In un contesto di profondi cambiamenti economici, sociali e tecnologici, il tema del lavoro torna al centro della ventesima edizione del Festival dell’Economia di Trento, con l’evento "Re-immaginare il lavoro nel mondo che cambia", alla presenza di autorevoli rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e della ricerca. All’interno della sala conferenze della Fondazione Caritro, che ha registrato il tutto esaurito, segno di un interesse vivo e attento verso un argomento decisivo per il futuro del nostro paese, una riflessione a più voci sulle trasformazioni del mercato del lavoro guidato dalle transizioni, quella digitale, ecologica e demografica, che ne ridefiniscono confini e sfide. Queste transizioni sono state lette ed interpretate alla luce di quattro visuali: l’occupazione giovanile, l’occupazione di genere, il tema delle generazioni e la geografia dei territori.
Re-immaginare il lavoro nel mondo che cambia Nella foto: Valentina Cardinali, Maurizio Del Conte, Chiara Cristofolini, Roberto Calugi, Stefania Terlizzi. [ Martina Massetti - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Ad aprire il confronto, Maurizio Del Conte, professore ordinario all’Università Bocconi, che ha parlato dell’occupazione giovanile alla luce di due fattori: il dato sui giovani inattivi in decrescita, i cosiddetti NEET, e il tasso di cervelli in fuga in aumento. Secondo Del Conte, è essenziale innanzitutto superare l’idea che vede i giovani estranei alla società produttiva, per recuperarne, invece, tutto il valore e l’importanza per il futuro del nostro paese. “I giovani – afferma Del Conte- sanno come muoversi e dove andare. Il fatto che i più istruiti vadano all’estero è una scelta razionale, perché negli altri Paesi hanno una prospettiva in termini di valorizzazione delle proprie competenze e di incremento salariale. È necessario, dunque, farli entrare nel circuito della produttività lavorando su questi fattori, per poter invertire un circolo vizioso che blocca l’entrata di talenti e competenze nuove e qualificate”.

Valentina Cardinali, ricercatrice presso INAPP – Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, ha esaminato il tema dell’occupazione di genere, da una prospettiva più ampia e articolata. Partendo dalle profonde trasformazioni in atto, in particolar modo come effetto della transizione demografica, si prevede nei prossimi 10 anni una diminuzione della forza lavoro pari al 10%. “Queste stime – ha spiegato Cardinali - ci dicono che sta cambiando la fisionomia del Paese, e dunque anche il modello produttivo deve adeguarsi. Il dato sugli inoccupati rivela che il 64% di questa popolazione è composta da donne. Il tema, dunque, dell’occupazione femminile non deve essere vista solo nell’ottica della parità, ma come possibilità di recupero di un bacino di potenziali lavoratori attualmente non utilizzati, che potranno colmare un gap che nel futuro potrebbe avere effetti sulla produttività del Paese”.

Stefania Terlizzi, dirigente generale dell’Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento, ha esaminato la tematica del lavoro a partire da una dimensione locale, quella del Trentino, che da sempre ha costituito un laboratorio di innovazione e sperimentazione, con esperienze che spesso si sono trasformate in best practice a livello nazionale. “È necessario non perdere questo aspetto di innovazione che ci contraddistingue, affrontando temi nuovi per il nostro territorio, come quello della domanda di lavoro o la necessità di intercettare le competenze abilitanti. Infine, raccogliere la sfida della transizione digitale, con la necessità di governare l’intelligenza artificiale per far sì che non si disperdano professionalità funzionali a realizzare processi di innovazione”

Roberto Calugi, direttore generale di Fipe – Confcommercio Italia, partendo da alcuni esempi concreti, ha posto l’attenzione sull’importanza della contrattazione, che va tutela attraverso controlli seri ed accurati. “È necessario un passaggio culturale che punti sulla formazione della classe imprenditoriale, contro una improvvisazione che non genera valore. Lavorare – dunque -  sui livelli di produttività, attraverso la formazione e investimenti in tecnologie. Questo è il percorso da seguire, che porta tempo, ma che siamo in grado di fare. Questo per valorizzare sistemi che rappresentano un unicum nel panorama nazionale e internazionale", ha detto.

(lc)


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