
Il presidente di Enel, Scaroni e di Nomisma, Tabarelli hanno dialogato con Sissi Bellomo (Il Sole 24 Ore). Focus sul “green deal” europeo, alla prova dei fatti, dopo una pesante crisi energetica che ha segnato anche l’Italia. E’ innegabile che il clima politico è cambiato molto, per questo si dovrebbe parlare di banco di prova, secondo i relatori.
Paolo Scaroni (Presidente, Enel) in merito alla situazione attuale ha sottolineato: “Ci troviamo a fare i primi della classe, sapendo bene che è piccola cosa rispetto al problema complessivo. Per il momento si temporeggia a livello europeo, ma un ripensamento complessivo sulle varie tappe non è ancora stato messo sul tavolo con nuovi obiettivi. Io credo che arriveremo ad un ripensamento gradualmente. Gli obiettivi al 2030 sono difficili ma raggiungibili, mentre sul 2040 e 2050 sono pessimista”.
Davide Tabarelli (Presidente e Fondatore, Nomisma Energia) si è invece soffermato sui rapporti con l’America. “Ci sono dei trend di fondo che dominano. Le fonti fossili nel mondo sono ancora dominanti. Anche in America c’è una crescita delle rinnovabili (dal fotovoltaico all’eolico) ma non basta. L’idroelettrico in Trentino è una grande opportunità e ha segnato la storia locale. A livello nazionale, purtroppo siamo sempre molto dipendenti dall’estero”.
Scaroni (Enel), ha proseguito poi sull’importanza delle reti, che devono essere sicure e moderne. In merito al black out spagnolo: “Credo sia figlio di troppa generazione solare e poca da fonti controllabili (termico). Più solare fai, più devi prepararti con centrali sostitutive. Tutto questo in un contesto nel quale il solare costa davvero poco. Anche noi continuiamo a fare investimenti per liberarci dalla dipendenza dal gas. I consumi continuano ad aumentare molto in tutto il mondo. Purtroppo però la quota di rinnovabili non cresce abbastanza. “Credo che ogni pezzetto di soluzione che mettiamo in pratica ci avvicina ai risultati finali. Dobbiamo continuare ad investire nelle rinnovabili. Non è più un mondo delle sovvenzioni ma c’è anche un buon ritorno. Dobbiamo mantenere ottimismo per un settore che sta diventando valido. Sul nucleare invece, il tema deve essere trattato con cautela. Nel mondo funzionano oggi molte centrali nucleari. Questa rivoluzione verso il nucleare richiede però un elevato tasso di accettazione da parte della collettività. Si deve trovare un accordo che coinvolge tutti, con un consenso trasversale per ottenere gli obiettivi ambientali 2050. Essere dotati di indipendenza energetica, significa anche indipendenza politica. Per il futuro, io sono ottimista sulla strada del nucleare”.
Infine, Tabarelli (Nomisma) sui consumi ha evidenziato: “Ricordiamo che ancora oggi ci sono moltissime persone che in Africa non hanno accesso all’energia elettrica. Il carbone cresce nel mondo perché è un combustibile democratico, soprattutto nelle zone più povere. Il dominio dei fossili sarà molto difficile da scalfire. Le nostre bollette sono ancora alte, servono nuove alternative. Bisogna aumentare l’offerta di gas. E’ importante diversificare, questa è la vera sfida”.