
Sono 200 i posti di prima accoglienza predisposti in Trentino: ad oggi hanno usufruito del servizio 104 persone, alle quali si aggiungeranno in serata altri 21 soggetti. Sono comunque molti i profughi ucraini che hanno trovato ospitalità in forma autonoma, pari a 420 unità. Il sistema si sta peraltro preparando ad un eventuale aumento dei flussi, alla luce della prossima apertura di corridoi umanitari: la disponibilità offerta da enti pubblici e realtà private è di ulteriori 713 posti, attualmente al vaglio del sistema provinciale di accoglienza.
Dall’inizio dell’emergenza, presso gli uffici del Cinformi (che assieme alla Protezione civile ha assunto il coordinamento dell’operazione) si sono rivolte centinaia di persone - in particolare donne e bambini – per le quali è stato avviato il necessario percorso di regolarizzazione. Va ricordato infatti che entro 48 ore dal proprio arrivo, i profughi devono provvedere alla propria identificazione e viene garantito loro il titolo di soggiorno temporaneo per motivi umanitari. Intercettati dal sistema sanitario, gli ucraini che raggiungono il territorio italiano eseguono il tampone per individuare eventuali positività al Covid, al quale segue la quarantena fiduciaria di 15 giorni. Finora tutte le persone ospitate in Trentino si stanno sottoponendo al ciclo vaccinale. Per quanto riguarda bambini e ragazzi in età scolare (60 i casi presenti), le scuole stanno organizzando i percorsi scolastici per l’inserimento.
Per quanto riguarda il trasporto del materiale (vestiario, cibo e farmaci) raccolto dalle associazioni ucraine e destinato sia ai profughi arrivati in Trentino, sia al confine con il Paese martoriato dalla guerra, il presidente Fugatti e l’assessore Segnana hanno garantito la disponibilità dei mezzi della Protezione civile: “Questo dovrà essere fatto sotto la regia della Protezione civile nazionale e del coordinamento europeo, al fine di garantire la sicurezza delle persone alla guida dei mezzi” ha evidenziato il presidente della Provincia.