Domenica, 12 Ottobre 2025 - 18:13 Comunicato 2972

Elia Viviani e Top Ganna, velocità massima

Nell’ultima giornata del Festival dello Sport di Trento, l’adrenalina pura del ciclismo approda in una Sala Filarmonica gremita, per uno degli eventi più attesi e partecipati di quest’ottava edizione. I due campioni di ciclismo e amici, Elia Viviani e Filippo Ganna, hanno raccontato la loro “velocità massima” in dialogo con il giornalista della Gazzetta Ciro Scognamiglio e con Davide Cassani.
GANNA E VIVIANI: VELOCITÀ MASSIMA Nella foto: Davide Cassani, Filippo Ganna, Elia Viviani, Ciro Scognamiglio. [ Michele Lotti - Archivio Ufficio Stampa PAT]

In una foto si vedono tre amici sorridenti, tutti seduti in sella alle loro bici. Sembrerebbero tre “scappati di casa”, ma si tratta in realtà di tre leggende viventi del ciclismo. Sono Elia Viviani, Filippo Ganna e Matteo Sobrero, cognato di quest’ultimo e anche lui ciclista. “L’unico campionato che non ho vinto l’ha vinto lui”, confessa Filippo “Top Ganna”, indicando divertito il cognato, amico e collega. Reduce dal Giro di Lombardia, a soli 29 anni Top Ganna ha già inanellato numerosi successi nelle prove a cronometro, tra cui il titolo di campione del mondo nel 2020 e di campione nazionale in molte occasioni. “I corridori che sono arrivati davanti pesavano leggermente meno di me - ha commentato Ganna riguardo alla “Corsa delle foglie morte” con cui ha concluso la stagione, che nonostante la sconfitta gli ha lasciato un’emozione positiva - ma è stato bello tornare sulle strade che frequentavo da dilettante”.

Non solo azzurri e campioni, Elia Viviani e Filippo Ganna sono soprattutto amici. Un’amicizia fraterna che li lega da molto tempo nonostante i 7 anni di differenza. Ma per Top Ganna, Viviani è stato innanzitutto un punto di riferimento umano e professionale, un esempio a cui tendere, a tratti inaccessibile. “Arrivavamo in pista e lo vedevi lì con le cuffiette, avevi paura a parlargli – ironizza Ganna - poi con il tempo si è creato un gruppo: siamo degli scappati di casa!”, ha detto senza mezzi termini. Il quartetto è poi stato consacrato con l’esordio olimpico a Rio 2016 e poi a Tokyo 2020. Prerequisito per qualificarsi alle Olimpiadi è stato il Giro d’Italia 2016.

Tra le imprese più leggendarie di Viviani rimane però la doppia vittoria agli Europei su strada e, 4 ore dopo nello stesso giorno, alle eliminatorie su pista. “Nella foga di mandare la cronaca dell’impresa il computer è caduto e si è quasi rotto”, ricorda Scognamiglio che aveva seguito la  diretta. Tra le gare più sofferte e ambite per ogni ciclista c’è la Sanremo. “Io sono la persona più pacata del mondo ma a Sanremo mi si chiude un po’ la vena, a chi mi si avvicina io non rispondo - scherza Ganna – lì non ho più amici in gruppo”. “È peggio di uno sprint: nello sprint c’è più linearità”, conferma Viviani, che annuncia il ritiro dalla stagione agonistica. Il suo futuro è comunque nel ciclismo. “La parte tecnica è quella che mi piace di più: con una federazione o con una squadra”.

(ee)


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