Sabato, 09 Ottobre 2021 - 22:57 Comunicato 2881

Dino e Luis, stelle del basket ed "eroi dei tre mondi"

"Due grandi giocatori capostipite che hanno portato un vento nuovo nell'NBA. Sono stati giocatori vincenti, hanno avuto successo: essere campioni di basket vuol dire essere campioni in tutto. Loro hanno onorato davvero il gioco della pallacanestro a livello mondiale". Così Andrea Tosi, giornalista della Gazzetta dello Sport ha presentato Dino Radja e Luis Scola, il primo croato, il secondo argentino, entrambi stelle del basket. Dino e Luis definiti "Gli eroi dei due mondi" che si sono raccontati parlando delle loro carriere, degli insuccessi e delle delusioni, delle loro rivalità e della comune esperienza negli Stati Uniti.

Dino Raja, ex cestista croato, ha militato in Europa e nell'NBA dove ha giocato quattro stagioni con il Boston prima di ritornare nuovamente nel Vecchio continente ha il primato di aver conquistato due medaglie olimpiche con due nazioni, l'allora Jugoslavia (argento nel 1988 a Seul) e poi la Croazia (sempre argento nel 1992 a Barcellona). "Eravamo in momenti di guerra e giocavamo per il riconoscimento di un paese nuovo. E' stata davvero un'esperienza incredibile" ha raccontato. Come "incredibili sono stati gli anni trascorsi a Roma con "Il Messaggero" che mi hanno aiutato a crescere come uomo e come giocatore: tanti soldi ma si lavorava poco. E questo mi è servito da lezione perché ad un certo punto mi sono stufato di questa situazione e ho deciso per il cambiamento. Quattro anni con i  Boston Celtic, sono stati anni inizialmente belli ma anche quando si perdeva pesantemente continuavano a ripetere "good game". Così non si può resistere, mi sono detto, avevo già fatto tutto quello che si poteva fare per arrivare ad un certo punto e a 30 anni, d'accordo con l'allenatore, sono rientrato in Europa". Radja è di Spalato come Toni Kukoc ("un grande giocatore e un grande personaggio"), una coppia che ha segnato un'epoca. Dal 2018 Radja è fra i membri del Naismith Memorial Basketball Hall of Fame.

Più "italiano" è invece l'Argentino Luis Scola, ex ala grande, dirigente sportivo (amministratore delegato) del Varese. Nel suo palmares, tra l'altro, figurano l'oro olimpico di Atene 2004 (vittoria in finale contro l'Italia) e il bronzo di Pechino 2008, due medaglie d'argento ai Mondiali del 2002 e del 2019 oltre agli ori nei campionati americani 2001 e 2011 con la maglia argentina. Dopo la quinta olimpiade da giocatore Scola è diventato manager della società con cui ha chiuso la carriera nel club. Dall'Argentina alla Spagna dove ha vinto un campionato e tre coppe del Re. Quindi negli Stati Uniti 10 anni in NBA prima ad Huston, poi Phoenix, Indiana, Toronto e Brooklin per poi approdare in Cina dove è rimasto due anni. "Nel 2019 quando sono arrivato in Italia pensavo di rimanere un anno, ma la pandemia ha cambiato tutti i piani: qui è arrivata la mia famiglia, e qui ci troviamo bene... Così con il Varese è iniziata la nuova avventura" ha concluso Luis Scola.

(gr)


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