Venerdì, 26 Maggio 2023 - 11:22 Comunicato 1541

Il dibattito stamattina al Festival dell'Economia di Trento presso la sala Aurora di Palazzo Trentini
Demografia tema chiave in Italia: presentata “La trappola delle culle”

Moderato dal direttore del Giornale d’Italia, Luca Greco, oggi la sala Aurora di Palazzo Trentini ha ospitato un dibattito relativo ai fenomeni che in Italia hanno portato ad una inversione della curva demografica, partendo dal 1964, in cui si sono registrati un milione di nati, ai 399.000 nati del 2021. Si stima un calo di 11 milioni di persone entro la fine del secolo con un impatto critico sul sistema sanitario e previdenziale. Le cause convergono su una rete di squilibri: la crisi economica, le guerre, la pandemia, la disoccupazione giovanile, il cambiamento culturale. La popolazione mondiale continua a crescere ma l’Italia è fanalino di coda, assieme alla Spagna. L’autore del libro, Luca Cifoni, ha portato esempi di alcune regioni italiane con condizioni opposte: dalla Sardegna con 0,95 figli per donna al Trentino Alto-Adige, che registra un trend in contro-tendenza con 1,51 figli per donna, mentre in Italia la media è stabile a 1,25.
FESTIVAL DELL'ECONOMIA FESTIVAL DELL'ECONOMIA La trappola delle culle. Perché non fare figli è un problema per l'Italia e come uscirne Nella foto: Luca GRECO, Luca CIFONI Data 26 maggio 2023 Luogo: PALAZZO TRENTINI, Sala Aurora [ Nicola Eccher - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Oggi al Festival dell'Economia di Trento si è tenuta la presentazione del libro “La trappola delle culle. Perché non fare figli è un problema per l'Italia e come uscirne” scritto dai giornalisti Luca Cifoni e Diodato Pirone. Presente in sala Cifoni, giornalista economico del Messaggero. Al centro del dibattito la demografia in caduta libera in Italia, fenomeno per troppi anni trascurato dallo Stato italiano. “Siamo meno di 59 milioni – ha detto – e dobbiamo preoccuparcene perché scendere sotto i 40 milioni a fine secolo avrà conseguenze politiche, previdenziali, economiche e sanitarie. E ha aggiunto – l’Italia è un paese innovatore e, senza giovani, rischia di divenire conservatore e rallentare la sua crescita economica”.
Il moderatore, Luca Greco, ha evidenziato che la spesa pensionistica pesa per il 16% sulla spesa pubblica. I morti superano i nati e gli immigrati non bastano più, visto che è in calo anche la loro propensione a fare figli. “Ma la vera decrescita si è registrata dal 2008 – ha detto Greco – perché?”.
Cifoni ha spiegato che fino al 2008  il flusso dei migranti compensava il calo del saldo naturale ma dall’anno successivo è iniziata la crisi economica e in 15 anni si è registrato il 32% di calo di nascite pari a 187.000 persone. Questo calo dipende 1/3 dalla minor propensione a fare figli; gli altri 2/3 sono dovuti al fatto che è in calo il numero dei potenziali genitori. “Se vogliamo contrastarlo possiamo incidere solo su 1/3 del fenomeno – ha detto Cifoni”. Altra criticità deriva dal fatto che in Italia l’età media delle madri è di 31,3 anni (anno 2019) contro i 26,9 della Romania. Se l’età viene ritardata si riduce la potenzialità di avere altri figli.”
Il paradosso è che nel mondo i paesi più poveri continuano a fare figli e in cima alla classifica si posiziona la Nigeria con 5 figli per donna. Il motivo si riscontra nel bisogno di avere figli che aiutino concretamente a sostenere il budget familiare. Sono emersi anche dati importanti quali la crescita demografica nei paesi del Nord Europa, dove il tasso di occupazione femminile è più alto. Infine, Cifoni ha portato, a livello italiano, l’esempio più virtuoso e cioè il Trentino dove le politiche familiari sono divenute protagoniste dell’azione di Governo sottolineando, da un lato, la costituzione di un’Agenzia provinciale per la coesione sociale, dedicata ad alimentare azioni a sostegno delle famiglie e, dall’altro, il welfare aziendale che, grazie alla certificazione Family Audit, ha introdotto in centinaia di aziende interventi di conciliazione vita-lavoro, come gli orari flessibili e i nidi aziendali. “Lo Stato può fare molto – ha detto in conclusione - ma le aziende possono fare altrettanto e qui c’è un esempio da replicare in altre regioni italiane”. 

(an)


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