“Il Trentino, infatti, è pronto a fare la propria parte, anche in questo momento di grande difficoltà del nostro Paese”, afferma Tonina, facendo riferimento ai passi avviati dal governo e alla possibile istituzione di un commissario per l’emergenza siccità. Una valutazione che però dovrà tenere conto dell’effettiva disponibilità d’acqua in Trentino e della necessità di salvaguardare i fabbisogni dell’agricoltura di montagna, un settore che comunque nel nostro territorio ha saputo investire in innovazione e in un’irrigazione efficiente e a basso consumo idrico.
“Auspichiamo allo stesso tempo che nel confronto nazionale – precisa il vicepresidente – venga data priorità agli investimenti e alla tecnologia. Lo dico soprattutto riguardo alle regioni vicine, che in determinati momenti dell’anno hanno un particolare fabbisogno di acqua: in futuro, contando la ridotta disponibilità idrica, è necessario programmare gli interventi, ad esempio per i bacini di accumulo e per l’efficientamento tecnologico delle reti di distribuzione irrigua”.
Verso la Giornata mondiale dell’acqua
C’è poi un importante appuntamento che si sta avvicinando, prosegue Tonina, sul quale lavorare: “In occasione della Giornata mondiale dell’acqua cercheremo di lanciare un ulteriore messaggio per responsabilizzare ciascuno di noi sulla necessità di tenere comportamenti virtuosi e di sprecare meno acqua possibile. Sarà un momento per condividere il messaggio anche con i ragazzi delle scuole, che sono protagonisti sul tema della sostenibilità”.
I dati per i bacini idroelettrici
Il sopralluogo ha consentito di dare uno sguardo aggiornato sui dati. Il volume idrico complessivo del Trentino (i bacini idroelettrici più i laghi naturali regolati) è sceso a 128 milioni di metri cubi su una capienza complessiva di 407 milioni. Erano 141 una decina di giorni fa, in occasione del sopralluogo effettuato da Tonina a Santa Giustina. L’attuale grado di riempimento è quindi pari al 32%.
Nello specifico, negli invasi presso le dighe di Malga Bissina (1.790 metri sul livello del mare) e di Malga Boazzo (1.227 metri s.l.m.) alla data del primo marzo risultano presenti 11,7 milioni di metri cubi di acqua, rispettivamente circa 9 a Bissina e 2,2 milioni a Boazzo). La percentuale di riempimento varia dal 15,8% di Bissina al 18,8% di Boazzo. Ciò corrisponde al 16% di riempimento sulla capienza complessiva di 71,8 milioni di metri cubi.
Laghi e fiumi
A soffrire sono anche i laghi naturali (anche se molti sono regolati artificialmente) e i fiumi. Il Garda registra un volume (al primo marzo) di 120 milioni di metri cubi, rispetto ai 458 milioni del volume massimo regolabile fino al livello delle chiuse. Il livello del lago è 46 centimetri sopra lo zero idrometrico misurato a Peschiera, contro i +99 centimetri della media di questo periodo dell’anno.
Caldonazzo è a +21 centimetri sullo zero idrometrico, rispetto ai +50 di media del periodo.
I quattro fiumi in uscita dal Trentino hanno valori di portata ridotti. Per l’Adige alla stazione idrometrica di Ponte San Lorenzo a Trento è stato misurato il 28 febbraio scorso un dato medio giornaliero inferiore del 50% rispetto alla media storica del periodo. Il Brenta a Grigno nello stesso giorno ha registrato un deficit del 30%, sempre considerando il raffronto con il valore medio storico del periodo.
Nel mese di gennaio l’apporto idrico medio del Sarca al lago di Garda è stato pari a10 metri cubi al secondo, contro i 18 di media di periodo registrata nell’ultimo decennio. Apporto idrico che, a febbraio, per il Chiese - immissario del lago d’Idro - è stato stimato in 2,5 metri cubi al secondo medi, rispetto ai 4,5 valutati sull’ultimo decennio.
Interviste e immagini a cura dell’Ufficio stampa
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