Venerdì, 04 Maggio 2018 - 18:13 Comunicato 932

A Progetto Manifattura, Borgo Sacco, Rovereto, dal 9 maggio al 30 dicembre 2018
Cosa videro quegli occhi! Uomini e donne in guerra. 1913-1920

In occasione delle celebrazioni del Centenario della fine della prima guerra mondiale si inaugura la mostra “Cosa videro quegli occhi! Uomini e donne in guerra. 1913-1920”, curata da Laboratorio di storia di Rovereto e organizzata dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto, che racconta un fondamentale capitolo della storia del Trentino e dei trentini durante la prima guerra mondiale. Rimarrà aperta dal 9 maggio al 30 dicembre, dalle ore 10.00 alle 18.00 a ingresso gratuito. L'inaugurazione è martedì 8 maggio alle ore 18.

Si tratta dell’iniziativa e del progetto espositivo più significativo e complesso in Trentino nell’ambito del Centenario. La Grande Guerra è stata un conflitto di grandi numeri, e di grandissimi numeri è anche questa mostra, tra collaborazioni, prestiti, reperti, documenti, spazi:
La mostra è ospitata in un’ala del Progetto Manifattura (ex Manifattura tabacchi di Borgo Sacco), in spazi espositivi appositamente ripristinati da Trentino Sviluppo, circa 400 metri quadri per un nuovo inedito spazio di cultura e approfondimento aperto alla comunità.
La straordinaria e ricca esposizione, che ha richiesto oltre un anno e mezzo di preparazione, ha visto la partecipazione di oltre 50 diversi enti - trentini, italiani e internazionali-, che hanno collaborato o prestato materiale fotografico o documentario oltre al contributo di oltre 150 prestatori privati.
Inoltre, tra i circa 500 tra reperti e documenti in mostra, un cospicuo nucleo di materiali è esposto per la prima volta al pubblico.
Presenti alla conferenza stampa, il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e assessore allo sviluppo economico Alessandro Olivi, il responsabile del Servizio Attività culturali della Provincia autonoma di Trento Claudio Martinelli in rappresentanza dell’Assessorato alla Cultura della Provincia, il Sindaco di Rovereto Francesco Valduga, il presidente della Fondazione Museo Civico di Rovereto Giovanni Laezza, il presidente di Trentino Sviluppo Flavio Tosi e il coordinatore di Laboratorio di Storia di Rovereto Diego Leoni.
Tutti i presenti hanno espresso la soddisfazione per la sinergia tra istituzioni che ha portato a risultati straordinari: una mostra che è un piccolo miracolo, ma soprattutto il frutto dell’impegno comune.L’assessore Olivi ha rimarcato che non è usuale che ognuno abbia cercato, in un’ottica di reciprocità e collaborazione, di valorizzare il lavoro degli altri: due assessorati provinciali, il comune di Rovereto, la Fondazione Museo Civico, il Laboratorio di Storia, Trentino Sviluppo e tutti gli enti che hanno collaborato. Rovereto è una città ricchissima di potenzialità e di talenti, patrimonio di tutto il Trentino. Lo spazio della mostra in Manifattura, rivela l’assessore in anteprima, non è stato messo a disposizione per emergenza, ma vuole essere un investimento permanente di Progetto Manifattura destinato alla riflessione storica e sociale. In questi stabili si è scritta una storia importante di Rovereto e del Trentino, e ospiterà uno spazio per la narrazione del passaggio tra passato e futuro.Diego Leoni ha voluto sottolineare che la mostra mette in scena una grande fotografia degli eventi bellici, così come escono dalle tracce di chi l’ha vissuta attraverso straordinarie fotografie, immagini cinematografiche, e soprattutto oggetti, appartenenti alla guerra ma anche alla quotidianità, esposti come documenti storici. La guerra è sempre esperienza complessa. Porta l’uomo a incrudelirsi, ma anche in viaggio per innumerevoli partenze e ritorni. I Trentini hanno riportato a casa le tracce di…”Cosa videro quegli occhi”.

Cosa videro quegli occhi! racconta la vicenda, tragica e complessa, dei soldati/prigionieri trentini durante la prima guerra mondiale. Ma dietro loro, c’è la storia delle loro famiglie, del distacco, di separazioni spesso incolmabili, di nuove famiglie; c’è la storia dell’esilio; c’è la storia di un territorio invaso dagli eserciti e da loro profondamente mutato, grazie anche al lavoro di anziani, donne e ragazzi militarizzati; c’è la storia, speculare e beffarda, di migliaia e migliaia di prigionieri russi e serbi portati in Trentino a sostituire da schiavi gli uomini trentini che sono in Russia a lavorare da prigionieri-schiavi; c’è la storia dei ritorni, mai facili, spesso tortuosi e ritardati, in un ambiente di rovine; e c’è il racconto del dolore, del lutto, dell’avventura, che da sempre accompagnano le guerre e che le incrudeliscono, ma anche, talvolta, le addolciscono.

A cura di
Laboratorio di storia di Rovereto
Ente organizzatore: Fondazione Museo Civico di Rovereto

Con la partecipazione di
Accademia Roveretana degli Agiati
Fondazione Museo Storico del Trentino
Museo Storico Italiano della Guerra

Con la collaborazione di
Trentino Sviluppo
Progetto Manifattura

Con il contributo di
Servizio Attività culturali della Provincia autonoma di Trento
Presidenza del Consiglio della Provincia autonoma di Trento
Comune di Rovereto

(mp)


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