Venerdì, 21 Novembre 2025 - 17:51 Comunicato 3490

Le trasformazioni nelle relazioni familiari al Festival della Famiglia
Come cambiano le famiglie italiane: strutture più piccole, più anziani soli e nuove sfide sociali

La trasformazione delle strutture familiari in Italia procede rapidamente, con nuclei sempre più piccoli, un aumento delle persone che vivono sole e relazioni tra generazioni che mutano profondamente. In questo scenario, la sfida per il futuro è capire come garantire sostegno, coesione sociale, servizi e reti relazionali capaci di accompagnare famiglie sempre più diversificate. È la riflessione emersa oggi al Castello del Buonconsiglio nel panel “Intrecci di relazioni familiari”, nell’ambito del Festival della Famiglia.
Festival della Famiglia: Come cambiano le famiglie italiane [ Juliet Astafan_Archivio Ufficio Stampa PAT]

L’incontro, moderato da Francesco Terreri, caposervizio de il T Quotidiano, ha messo a fuoco i cambiamenti in atto attraverso dati, analisi e letture pedagogiche e demografiche del fenomeno, grazie agli interventi di Martina Lo Conte (Istat), Jessica Magrini (pedagogista), Elena Pirani (Università di Firenze) e Roberto Impicciatore (Università di Bologna).

Nel suo intervento, Lo Conte ha illustrato l'evoluzione delle famiglie italiane: se nel 2002-2003 quattro famiglie su dieci erano costituite da coppie con figli, oggi la quota è scesa sotto il 30%, mentre le famiglie unipersonali sono aumentate dal 25% al 36%. Le proiezioni indicano che entro il 2050 i nuclei familiari cresceranno in numero, ma saranno sempre più piccoli e composti da persone sole. Dinamiche - è stato detto -  che influenzeranno sistemi fondamentali come welfare, pensioni, sanità, bisogni abitativi e consumi. Da qui la necessità – ha evidenziato – di monitorare costantemente queste trasformazioni per orientare politiche efficaci a livello nazionale e locale.

Sul valore delle reti familiari e intergenerazionali è intervenuta Elena Pirani, che ha ricordato come la famiglia non sia un’istituzione statica, ma parte di un sistema di legami in evoluzione. Oggi gli italiani possono contare mediamente su cinque parenti nell’arco della vita, un dato in diminuzione rispetto al passato e che riflette riduzioni nel numero di fratelli e sorelle, compensate in parte dalla presenza più prolungata di nonni. Questo mutamento, unito alla longevità crescente, porta a mantenere più a lungo i rapporti con la generazione ascendente ma a ridurre quelli con quella discendente, rendendo – ha osservato Pirani – il sostegno familiare una sfida sempre più complessa anche per le fasce adulte e anziane.

Jessica Magrini ha portato l’attenzione sui primi mille giorni di vita, momento delicato in cui non solo nasce un bambino, ma prende forma una nuova famiglia. Ha ricordato come i servizi educativi per la prima infanzia svolgano un ruolo cruciale non solo nella conciliazione vita–lavoro, ma anche nell’equità educativa e nella riduzione delle disuguaglianze, specie per i nuclei più fragili. In questo senso, ha citato come esempio positivo la misura regionale toscana “Nidi gratis”, che garantisce accessibilità universale ai servizi e pari opportunità formative. Per Magrini, sostenere le famiglie significa creare contesti di fiducia, inclusione e connessione, contrastando isolamento e solitudine attraverso un sistema di servizi in grado di accompagnare i genitori nelle fasi più sensibili della vita familiare.

Roberto Impicciatore ha ricordato come la preoccupazione che i figli possano avere un futuro peggiore dei genitori abbia storicamente alimentato la cosiddetta “transizione demografica”, rafforzando un modello familistico in cui la casa rappresenta un luogo di protezione e sicurezza. Il problema – ha spiegato – emerge quando tale rete familiare è fragile, distante o meno abbiente, perché viene meno un presidio essenziale in assenza di un welfare collettivo capace di supplire. Questa condizione riguarda non solo i giovani ma anche gli anziani, con il rischio di un doppio carico di cura che accresce le disuguaglianze.

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(sr)


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