La ciclovia del Garda rientra tra le dieci ciclovie di carattere prioritario individuate con la legge nazionale 208 del 2015. Dal punto di vista dell’attuazione degli interventi, i soggetti coinvolti sono la Provincia Autonoma di Trento, la Regione Lombardia e la Regione Veneto. La Provincia autonoma di Trento è individuata come soggetto capofila.
“In Trentino – ha detto Tonina - le ciclabili portano, secondo stime recenti, un indotto di circa 110 milioni all’anno. Ma le ricadute positive sono anche altre. Maggiore sicurezza, riduzione della congestione stradale, riduzione dell’inquinamento. Questi sono temi anche più significativi, perché portano con sé un miglioramento della qualità della vita delle persone”.
Tonina ha sottolineato l'importanza della condivisione del progetto da parte dei soggetti coinvolti. “La ciclovia, che traccia un anello percorribile attorno al Garda lungo 165 chilometri, e interessa anche i percorsi limitrofi, allargando ulteriormente le sue ricadute positive, è un progetto strategico. Consentirà di godere nella maniera più piena, con ritmi diversi rispetto a chi viaggia a bordo della propria automobile, della bellezza paesaggistica del lago, un'eccellenza che ci viene riconosciuta a livello mondiale. L’accordo sottoscritto nel 2020 impegnava le parti a collaborare per la sua realizzazione. Nel 2021 è stato realizzato il progetto di fattibilità tecnico, che prevede un costo complessivo di 344 milioni. Sono stati definiti anche gli standard comuni: larghezze, parapetti, pavimentazioni, arredi urbani e quant'altro. Tutti elementi che devono essere riconoscibili, e che testimoniano la bontà del progetto. Per il Trentino il costo è di circa 80 milioni di euro. Attualmente ne sono stati finanziati 35: 5,6 dallo Stato, 7 tramite il Pnrr, 3 dalla Comunità e circa 20 milioni a carico della Provincia. Siamo fortemente intenzionati a proseguire il cammino intrapreso, assieme a Lombardia e Veneto, in particolare dopo i due anni della pandemia, venendo incontro a una crescente domanda di turismo di qualità, capace di coniugare la bellezza dei luoghi, il benessere, la salute. L’iniziativa quindi deve proseguire, con il giusto contributo di tutti. Siamo sulla buona strada”.
Pochi giorni fa – è stato detto nel prosieguo dei lavori, apertisi con i saluti del sindaco Alessandro Gardoni - il consiglio direttivo della Comunità del Garda ha stretto una convenzione con l’Università cattolica per costituire un osservatorio permanente sul turismo sostenibile, a disposizione degli enti locali, per contribuire anche a definire le linee direttive del turismo del Garda nel futuro.
Uno dei problemi principali in quest'area è come noto quello dell’accessibilità, come sottolineato da Elisa De Berti, vicepresidente della Regione Veneto. “Per molto tempo – ha detto – si è parlato di sostenibilità, senza dare seguito ad atti concreti. La ciclovia del Garda invece è un progetto che incide proprio su questi aspetti: sicurezza e riduzione del traffico automobilistico. Ne abbiamo un bisogno estremo”.
L'assessore alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile della Regione Lombardia, Claudia Maria Terzi, ha sottolineato che “la diffusione di grandi infrastrutture per la mobilità ciclistica come questa porta non solo benefici economici e occasioni concrete per lo sviluppo dei territori, ma anche la possibilità di mettere in rete anche piccole e medie piste ciclabili già realizzate , che ad oggi spesso finiscono in zone industriali o strade statali”.
I lavori sono stati conclusi dal ministro degli affari regionali Mariastella Gelmini. “Sono molto contenta di avere rilevato un’ampia condivisione attorno a questo obbiettivo – ha detto – Tutti noi abbiamo a cuore il futuro del Garda. Abbiamo fatto un lavoro importante sul tema della depurazione e ora abbiamo a disposizione risorse importanti del Pnrr per la realizzazione della ciclovia. Non possiamo nasconderci che ci saranno anche delle difficoltà di realizzazione. Ma le opportunità sono enormi e dobbiamo coglierle, anche approfittando delle norme sulla semplificazione presenti all’interno del Piano. Grazie al coordinamento delle regioni e al ruolo attivo dei sindaci, credo che abbiamo davvero un’opportunità che non possiamo disperdere. Dobbiamo ovviamente rispettare i tempi di realizzazione. Il turismo attorno al lago va ulteriormente qualificato, vi sono spazi enormi per modificare gli aspetti ‘mordi e fuggi’ andando nella direzione di una fruizione lenta e approfondire delle sue bellezze. Noi continuiamo a crederci e guardiamo a quest’area come ad uno spazio unitario indipendentemente dalle suddivisioni amministrative. Rimbocchiamoci le maniche e proviamo ad accelerare, a fare in modo che questa nuova fruizione del lago possa diventare realtà nel più breve tempo possibile”.