Sabato, 11 Ottobre 2025 - 19:30 Comunicato 2943

Cerasuolo e Martinenghi: una rana tutta d’oro

La specialità della rana in Italia sta vivendo un momento di particolare splendore, costellato da successi internazionali significativi. È lo stile che ha donato al nostro Paese i primi ori olimpici nella storia del nuoto, con un indimenticabile Domenico Fioravanti a Sydney 2000, venticinque anni fa.
Oggi, nella Sala della Filarmonica per il Festival dello Sport di Trento, hanno raccontato i loro ultimi trionfi i due ranisti italiani di punta, che quella prima medaglia di Sydney non se la possono nemmeno ricordare, giovani come sono: Simone Cerasuolo, 22 anni, fresco campione del mondo nei 50 metri rana a Singapore 2025, e Nicolò Martinenghi, 26 anni, campione olimpico nei 100 metri rana a Parigi 2024 e mondiale a Budapest 2022.
CERASUOLO E MARTINENGHI: UNA RANA TUTTA D'ORO Nella foto: Nicolò Martinenghi, Simone Cerasuolo [ Martina Massetti - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Con domande incalzanti e il supporto di foto iconiche, Sara Benci, giornalista di SkySport, ha fatto emergere la freschezza ed esuberanza di questi due campioni in una sorta di intervista doppia che ha strappato risate e applausi nella sala stracolma.

“Tra Conte e Allegri, chi sceglieresti come allenatore?” ha chiesto a Simone Cerasuolo, conoscendo la sua passione per la Juve. “Allegri tutta la vita” ha risposto lui. 

“Tra Ceccon e Paltrineri, con chi andresti a cena?” ha invece chiesto a Nicolò Martinenghi. “Forse con Greg” ha risposto lui “ma solo perché con Ceccon ne abbiamo già combinate troppe”.

E non sono mancati parallelismi con campioni di ieri e di oggi e con altri sport di cui i due nuotatori sono appassionati. Se Cerasuolo è un calciatore mancato e si identifica nella determinazione di Jannik Sinner, Martinenghi coltiva ancora la sua passione per il basket e si colloca tra Sinner e Alberto Tomba, perché “la serietà è importante, ma ci vogliono anche creatività e spirito di bambini”.

Si è passati poi a raccontare le emozioni delle loro vittorie. “Non c’è differenza tra l’oro mondiale e l’oro olimpico – ha detto Martinenghi – perché dietro ad entrambe ci sono stessa dedizione e stesso sacrificio con tante lacrime versate sia in palestra che in acqua”. 

Oggi Martinenghi ha cambiato città e allenatore. “L’ho fatto – ha spiegato – perché avevo raggiunto il mio sogno più grande. Quando vinci le Olimpiadi hai una gioia istantanea assoluta e poi il vuoto, quasi una sensazione di malinconia, allora cominci a metterti in discussione e smonti ogni tua certezza. Avevo bisogno di resettare e ripartire da capo per ritrovare la voglia di lavorare e dare ancora il cento per cento”.

A Trento, per Cerasuolo c’è stata l’occasione di ribadire la sua dichiarazione più incisiva, rilasciata subito dopo la vittoria a Singapore: “In finale non vince il più veloce, ma vince il più forte”. La forza a cui si riferiva era quella mentale perché “in gara può succedere di tutto e qualunque dettaglio fa la differenza ma, quando sei in finale, hai una possibilità sola di vincere quindi serve tanta forza mentale. Io mi sono concentrato solo su me stesso e ho portato a casa il risultato che volevo”.

E di fronte alle foto di tre punte di diamante della rana, Domenico Fioravanti, Fabio Scozzoli e Nicolò Martinenghi, si è parlato dell’evoluzione dello stile della rana, "quello più creativo".

Ai tempi dei due ori olimpici di Fioravanti, Cerasuolo non era nemmeno nato. Scozzoli è il suo preparatore atletico ed è colui che “mi ha dato di più nello sport” mentre per il compagno di palco ha spenso parole lusinghiere: “Martinenghi è un punto di riferimento per la rana mondiale. Lui ha vinto tutto e quando lo batto mi sembra di aver battuto il mondo”.

Martinenghi li ha commentati con tre termini: Fioravanti è il più talentuoso, Scozzoli è il re della rana mentre di se stesso ha detto “io sono il più guerriero”.

Guardando al futuro, per entrambi l’obiettivo è Los Angeles 2028, con impegni europei nel mezzo e la voglia di osare ancora di più.

(cg)


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