Mercoledì, 03 Maggio 2023 - 12:48 Comunicato 1212

Incontro con il curatore, mercoledì 10 maggio alle 18
Casa d'Arte Futurista Depero. Presentazione del nuovo progetto curatoriale

Da qualche settimana la Casa d’Arte Futurista Depero è stata riallestita. Il nuovo percorso si conclude, all’ultimo piano, con il Focus temporaneo "Depero per il Trentino. Itinerari vissuti tra natura, arte e turismo".
Il nuovo responsabile della seconda sede del Mart, il curatore Federico Zanoner, presenta allestimento e mostra mercoledì 10 maggio alle 18; seguirà brindisi con Cantina Vivallis. La Casa resterà straordinariamente aperta fino alle 21. Ingresso libero.
Casa d'Arte Futurista Depero [ Mart, Jacopo Salvi]

La Casa d’Arte Futurista Depero

A Rovereto a dieci minuti dal Mart si trova la Casa d’Arte Futurista Depero, ideata dal grande artista di cui porta il nome. Vero pioniere del design contemporaneo, Fortunato Depero curò personalmente ogni dettaglio: i mosaici, i mobili, i pannelli dipinti. Alla base un progetto dissacrante e profetico: l’abbattimento di ogni gerarchia nelle arti. Roveretano, Depero morì poco dopo l’apertura della Casa, inaugurata nel 1959.

Dopo un complesso e decennale restauro, curato dall’architetto Renato Rizzi, è cominciata la seconda vita della Casa Depero. Gli accurati lavori hanno permesso il recupero delle zone originali progettate dall’artista, completandole con due nuovi livelli ispirati direttamente al gusto di Fortunato Depero. Affidata al Mart di Rovereto, la Casa riapre nel 2009, anno del centenario del Futurismo.

Da allora il museo ha periodicamente rinnovato l’allestimento permanente; organizzato attività per le scuole e i gruppi; progetti per famiglie, per le persone con bisogni specifici e per il pubblico generico; incontri, eventi e preziose mostre tematiche che hanno sottolineato la considerevole eredità del Futurismo, confermando la contemporaneità di Depero.

Oggi la Casa si presenta con un allestimento curato dal nuovo responsabile, Federico Zanoner. Al Mart dal 2005, archivista, ricercatore e curatore, esperto di Depero e del Futurismo, Zanoner sostituisce Nicoletta Boschiero che a Depero ha dedicato buona parte della sua lunga carriera e che oggi opera come curatrice indipendente.

In continuità con quanto fatto in questi anni, a Casa Depero si possono ammirare alcuni dei 3000 oggettilasciati dall’artista alla città: dipinti, disegni, tarsie in panno e in buxus, grafiche, giocattoli, mobili, disegni, locandine, collage, manifesti, prodotti d’arte applicata. Le opere sono rappresentative di tutto l’arco dell’intensa attività dell’artista, dalle sperimentazioni del primo Novecento alle commissioni pubbliche degli anni Cinquanta.

Il nuovo allestimento presenta inoltre diversi lavori esposti in occasione della riapertura della Casa nel 2009, opere raramente esposte e 11 mai esposte. Tra queste l’Allegoria alpestre (Ritmi alpestri) del 1923, una colorata tarsia in panno di notevoli dimensioni che completa il famoso ciclo degli “arazzi”; una serie di disegni su carta eseguiti a china; diverse fotografie del celebre viaggio a New York e alcuni bozzetti grafici.

Nella saletta corrispondente al vecchio ingresso del museo, accoglie il visitatore l’importante dipinto Architettura sintetica di uomo (Uomo con i baffi) del 1916-17, verosimilmente un “doppio” ritratto di Marinetti, proveniente dalla collezione di quest’ultimo: un omaggio al fondatore del Futurismo e al movimento grazie al quale la creatività di Depero deflagrerà in diversi ambiti.

Insieme al variopinto Carretto napoletano (Pese di tarantella), disegni a china e a carbone documentano l’esperienza di Depero a Capri nel 1917: si tratta di lavori in buona parte collegati all’illustrazione della surreale novella Un istituto per suicidi dello scrittore svizzero Gilbert Clavel, che ospitò l’artista sull’isola, contesto in cui nascerà l’idea del progetto teatrale dei Balli plastici.

Ad un altro luogo chiave della vita di Depero, New York, si collegano lavori pubblicitari creati durante il soggiorno statunitense, nonché il grande plastico 1929 Drama realizzato da Gaetano Cappa, fantastica ricostruzione tridimensionale della metropoli americana così come Depero l’aveva vista e decifrata.  Meta-oggetto futurista, scenografia miniaturizzata fatta in gran parte di materiali riciclati, sottolinea anch’essa il legame di Depero con il teatro, ed ora anche il confronto con il cinema, attraverso luoghi iconici della Grande Mela.

Focus | Depero e il Trentino

L’ultimo piano della Casa è più volte stato dedicato a mostre di approfondimento, in dialogo con la proposta del museo e spesso con il contributo dell’Archivio del ’900. Oggi e fino al 24 settembre è possibile visitare il Focus Depero per il Trentino. Itinerari vissuti tra natura, arte e turismo che rinnova il legame tra l’artista e il suo territorio.

Nel corso della sua vita Depero ha percorso itinerari ed esplorato paesi, valli e monti, documentando e vivendo il Trentino con uno sguardo sfaccettato e attento: dalla Vallagarina alla Vallarsa e gli altipiani Cimbri, dal Garda alla Valle dei Laghi, fino alla natía Val di Non, salendo ora sul Monte Altissimo, sul Pasubio, sulle cime del Brenta.

Oltre a essere stato un instancabile artista è stato anche un instancabile camminatore, come testimonia l’autoritratto Diabolicus, presente in mostra in tre versioni: la celebre versione blu e due bozzetti della stessa, mai esposti prima.  

Le esperienze di montagna, testimoniate da fotografie e scritti, persino all’interno di un libro firme del rifugio Altissimo della Società Alpinisti Tridentini nel 1914, risultano fondamentali per la genesi di opere note quali gli arazzi dei primi anni Venti Serrada, Lizzana e Ritmi alpestri (esposti al secondo piano del museo), ma anche di dipinti e disegni meno conosciuti o opere in diverse tecniche, fra cui il buxus Castello di Sabbionara del 1939, proveniente da una collezione privata ed eccezionalmente esposto in mostra.

Alcuni lavori pubblicitari fanno inoltre dell’artista un vero e proprio promotore delle bellezze e dei luoghi di interesse trentini. Lo testimoniano il rapporto con la fotografia di Enrico Pedrotti, in particolare attraverso le serene e gioiose visioni montane pubblicate dalla rivista Enrosadira a ridosso del secondo conflitto bellico, durante il quale Depero si rifugerà a Serrada, e la progettazione negli anni Cinquanta di vere e proprie insegne turistiche.

La mostra mette in luce come la costante fascinazione dell’artista per soggetti naturali, paesaggistici e rurali sia stata alla base per una produzione rimasta finora all’ombra rispetto a quella più tipicamente futurista ispirata all’universo artificiale, meccanico e industriale.

Collegato all’esperienza degli Itinerari deperiani realizzati con il Liceo Depero e in dialogo con alcuni prestiti, il focus valorizza opere e documenti provenienti dal lascito dell’artista esposti per la prima volta in questa sede, come la stampa tipografica Locandina per la Veglia dell’Alpe del 1952; i bozzetti per le pubblicità di Lavarone (1953) e per il cartello turistico di Rovereto (1955); Passeggiate tricolori del 1936-1938 e i Sei bozzetti per segnaletica stradale del 1950.

Completa la mostra l’audiovisivo Depero cammina di Chiara Orempuller.
Presentato per l’occasione, il lavoro intende valorizzare l’aspetto evocativo della scrittura di Depero e far vivere il territorio attraverso i suoi occhi, grazie al montaggio di immagini, tra passato e presente, su una voce narrante arricchita da musiche, suoni e rumori di sottofondo.

(ssm)


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