
Protagonista del talk Giuliana Chiara Filippi, atleta del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa. 20 anni, appena compiuti, Giuliana Chiara Filippi è un'atleta paralimpica trentina specializzata nei 100 metri piani e nel salto in lungo. Nel 2024, dopo aver fatto registrare il record italiano nei 60 metri piani, nei 100, nei 200 e nel salto in lungo, ha preso parte ai Giochi paralimpici di Parigi, dove è stata l'atleta più giovane della delegazione italiana. Recentemente ha conquistato il sesto posto nel salto in lungo ai Campionati Mondiali di Para atletica in India. “Non bisogna mai mollare e credere nei propri sogni, sia nello sport che nella vita - ha detto Giuliana Chiara - rivolgendosi ai tanti ragazzi presenti in sala. Per me lo sport è tutto, ogni giorno mi alzo e mi alleno e cerco di migliorarmi. Questo mi rende felice. Il senso dello sport, in fondo, è lavorare per un obiettivo. Ai mondiali non è andata benissimo, ma il sesto posto mi ha dato ancora più motivazione e voglia di vincere. Giuliana Chiara, che studia management sportivo, punta ora alle paralimpiadi di Los Angeles, in programma nel 2028 e quando finirà la sua carriera sportiva vuole diventare una manager sportiva ed entrare nel Comitato italiano paralimpico.
Francesco Barone, presidente di TSM, nel ricordare le numerose attività di formazione in cui la Società è coinvolta, ha sottolineato come ormai vi sia grande attenzione all’attività sportiva da parte della comunità e anche da parte del Legislatore. "Nel 2023 - ha evidenziato - il Parlamento ha approvato all’unanimità la revisione dell’art. 33 della Costituzione, riconoscendo il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme. Lo sport è un vettore di modelli positivi - come il rispetto, la costanza e la capacità di rialzarsi dopo una caduta, che sono fondamentali anche nella vita e nel mondo del lavoro. TSM è uno strumento unico per l’Autonomia trentina e con le nostre attività lavoriamo a una pubblica amministrazione pronta a vincere la sfida della competitività, ma anche proiettata a uscire dal cliché di un settore ingessato che non vuole migliorarsi. Noi pensiamo, al contrario, che anche i pubblici dipendenti possano avere quella voglia di vincere e lanciarsi verso obiettivi sempre nuovi e sfidanti: come nello sport, si può vincere anche nella vita professionale, con prospettive di carriera, informate alla valorizzazione del merito, che rendano nuovamente attrattive le PA. Cerchiamo proprio quella 'fame di vincere' che ti porta a innalzare il livello delle tue competenze professionali e a realizzarti anche nella vita".
“La cosa più importante - ha detto Alberto Uncini Manganelli, general manager nel settore sportivo – è avere quella voglia costante di migliorarsi. Manganelli, nel libro “La Formula delle Formule”, evidenzia come la volontà sia il fattore chiave, la formula che ci spinge a massimizzare ogni nostro talento, nello sport e nella vita. Il vero fallimento non è perdere, ma non aver provato a vincere. Lo sport ci insegna tantissimo, a vincere, a perdere, a lottare, ad accettare i nostri limiti, è una scuola continua”.
“L’articolo 1 di tutti i regolamenti o codici sportivi - ha detto Gianpiero Orsino avvocato in diritto dello sport - parla di lealtà e correttezza. Gli aspetti etici e morali nello sport sono elevati. La lealtà ci porta verso gli altri, è qualcosa che ci mette davanti allo specchio. Rispettare le regole per rispettare gli altri ti eleva come persona. La lealtà non è una rinuncia a competere, ma significa competere dentro un recinto ben preciso che mette tutti sullo stesso piano. Ci sono delle norme non scritte nello sport che vengono comunque rispettate".