
Il ministro ha sottolineato con forza l’importanza di costruire il nostro futuro partendo dalle persone, accompagnandole nel processo di cambiamento. La PA deve essere uno sbocco professionale attrattivo, soprattutto nei confronti dei nativi digitali, non solo invogliandoli a entrare nella Pubblica Amministrazione ma creando anche le condizioni affinché rimangano. Tutto ciò richiede leadership che sappiano creare valore pubblico, premiando il lavoro delle persone e valutando i risultati in base a obiettivi realmente sfidanti. Serve anche, però, un disegno normativo che stabilisca questa linea operativa.
E poi il tema della progressione delle carriere. Accanto ai concorsi, previsti dalla Costituzione, secondo il Ministro vanno pensati percorsi di progressione che possano prevedere anche altre dinamiche di valorizzazione delle persone, come avviene in tante PA dello scenario globale. Fra gli altri “temi caldi” toccati, la formazione, una leva strategica irrinunciabile ma talvolta vista come attività di corollario, la semplificazione amministrativa e l’intelligenza artificiale che, secondo il Ministro, non cancella posti di lavoro ma lascia le persone libere di svolgere attività più qualificanti.