Sabato, 24 Giugno 2023 - 12:22 Comunicato 1907

Il grande lavoro nei vivai forestali e l'obiettivo di integrare le 18 aree dedicate alla produzione di semi
Bostrico, obiettivo ripristino dei boschi danneggiati dall'insetto

Il ripristino delle aree danneggiate da Vaia e dal bostrico rappresenta un impegno che si protrarrà per i prossimi decenni. Le superfici forestali gravemente danneggiate raggiungono infatti quota 20.000 ettari, concentrati soprattutto nel settore orientale del Trentino, in alcuni casi compromettendo gravemente l'efficienza idrogeologica e protettiva in alcuni bacini, oltre che naturalmente le altre funzioni ambientali, paesaggistiche e produttive rivestite dal bosco. Per questo motivo, il Servizio Foreste della Provincia è fortemente impegnato nelle operazioni di ripristino forestale: di fronte a questa situazione, non ci si può infatti affidare soltanto alla rinnovazione naturale. La realizzazione di rimboschimenti su vasta scala è peraltro un'operazione estremamente complessa. Un primo aspetto è rappresentato dalla disponibilità di piantine. I vivai provinciali di San Giorgio e del Casteller, riescono attualmente a produrre ogni anno tra le 400.000 e le 500.000 piantine di diverse specie, che consentono di ripristinare circa 200 ettari l'anno. La produzione viene programmata per tempo, in quanto le piantine, prima di poter essere messe a dimora, devono restare in vivaio da 1 a 5 anni, a seconda delle specie adatte alle singole zone.
[ Archivio Ufficio Stampa PAT]

Sulla capacità di produzione dei vivai influisce la disponibilità di seme nei cosiddetti "boschi da seme", foreste con alberi di qualità selezionata, dove avviene la raccolta. Il seme non viene prodotto con regolarità dalle piante, ma spesso passano alcuni anni tra una annata di forte produzione e quella successiva, e una volta raccolto deve passare attraverso specifici trattamenti per favorire una corretta germinazione in vivaio. Seguono i passaggi in semenzaio e in piantonaio per ottenere delle piantine di dimensioni adeguate e con chioma e apparato radicale equilibrato, adatte ad essere messe a dimora sulle aree di rimboschimento, dove nei primi anni sono spesso destinate a subire forti stress.
Il rimboschimento non si esaurisce con la messa a dimora delle piantine, ma per alcuni anni queste vanno controllate, sostituendo quelle che non hanno retto allo stress di trapianto, riducendo la concorrenza della vegetazione erbacea o arbustiva che in molti casi può annullare lo sforzo di impianto iniziale.
Alle difficoltà di approvvigionamento delle piantine, si aggiungono quelle della stagionalità degli interventi di rimboschimento, che non possono evidentemente essere realizzati durante l'inverno e che anche d'estate possono avere dei limiti, in caso di prolungate siccità come quelle avvenute nel 2022.
La differenza tra le esigenze di rimboschimento e le capacità operative attuali spiegano la necessità di fissare una strategia e delle priorità nei ripristini da effettuare, come previsto dallo specifico Piano approvato dalla Giunta provinciale in gennaio. Oltre a cercare di integrare il più possibile la rinnovazione spontanea del bosco nella ricostituzione, anche per il fatto che offre migliori garanzie di adattabilità alle singole stazioni, le indicazioni del Piano sono rivolte soprattutto ad intervenire nei boschi che per la loro localizzazione svolgevano funzioni protettive dirette, o nei bacini più gravemente danneggiati, dove la scopertura dei suoli può peggiorare la situazione idrogeologica, o infine nelle aree dove il bosco svolgeva una funzione di protezione di sorgenti.
Oltre agli interventi effettuati in economia diretta dalla Provincia, nel corso del 2022 è stato attivato un bando per i rimboschimenti con fondi statali, limitato ad aziende agricole e imprese, e un secondo bando è attivo in questo momento, con scadenza il 10 luglio per la presentazione delle domande. In Valsugana sono stati stanziati ad alcuni Comuni sul Pnrr, dei fondi specifici per la realizzazione di rimboschimenti. Sono poi presenti iniziative autonome, con rimboschimenti effettuati dalla Magnifica Comunità di Fiemme, che dispone di vivai propri, interventi sponsorizzati da parte di imprese private. In autunno, sempre con fondi messi a disposizione dallo Stato sulla Strategia forestale nazionale, verrà infine attivato un nuovo bando aperto anche a Comuni ed altri enti territoriali.
Questa serie di iniziative, richiede un forte coordinamento, sia per verificare gli obiettivi strategici definiti dal Piano, sia per coordinare al meglio le varie iniziative con i limiti attuali dell'approvvigionamento di piantine.
Proprio per migliorare la capacità vivaistica, è in corso da parte del Servizio foreste una attività di verifica e di aggiornamento dei 18 boschi da seme presenti sul territorio provinciale, con l'ulteriore obiettivo di una loro integrazione per le specie di interesse che attualmente ne sono prive.
La questione delle specie da mettere a dimora, che il piano individua per le varie fasce vegetazionali e per le diverse zone ecologiche, non può non considerare l'effetto dei cambiamenti climatici. L'innalzamento probabile della quota delle fasce vegetazionali da qui ai prossimi 50 -70 anni comporta che nella scelta delle specie si adotti un atteggiamento flessibile. L'obiettivo è di portare i nuovi boschi verso popolamenti misti e ben strutturati, che si sono dimostrati più resistenti ai disturbi naturali e più capaci di reagire velocemente nel momento in cui vengono danneggiati.

(us)


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