
A Rodels i rappresentanti trentini hanno presentato le iniziative di contenimento adottate nelle aree in cui la presenza del bostrico non è ancora passata dalla fase endemica a quella epidemica (clicca QUI per approfondire). Purtroppo non esistono strumenti di lotta attiva, ma attraverso i monitoraggi e la rimozione di piante attaccate è possibile rallentare la diffusione del temuto insetto, che è favorita dalle alte temperature. Focus centrale del progetto di Arge Alp è rappresentato infatti dall’impostazione e dalla gestione futura del patrimonio boschivo, anche alla luce di cambiamenti climatici ed eventi meteorologici estremi.
Argomento centrale dell’incontro, sono stati l'innalzamento delle temperature ed i conseguenti adattamenti che i boschi subiranno inevitabilmente. A tal proposito, i rappresentanti del cantone dei Grigioni hanno presentato i primi risultati di un progetto di ricerca specifico che ha portato allo sviluppo di una App che guarda alla futura composizione e allo stato di salute delle foreste con proiezioni a 50-100 anni, tenendo conto delle variazioni dei regimi pluviometrici e del clima.
Nell'intero arco alpino i rimboschimenti artificiali sono limitati alle foreste di protezione, con un alto numero di specie – che facilita la resilienza delle foreste – evitando la formazione di peccete pure, che hanno dimostrato la propria fragilità sia in occasione della tempesta Vaia, sia con l'emergenza bostrico in atto. Un grosso limite alla rinnovazione è rappresentato dagli ungulati, tanto che in alcune zone della Svizzera sono state installate apposite recinzioni e barriere fisiche, il cui limite è rappresentato tuttavia dai costi.