
“Questo non sarà uno spettacolo ma un’esperienza, un viaggio di 90 minuti. Alla fine, non sarete più gli stessi”. Con questa avvertenza, Ruffini fa entrare il pubblico nella sua parrocchia speciale. Un mondo magico e surreale, dove c’è posto per tutto e per tutti, tranne che per il politicamente corretto, perché “non c’è niente di più volgare a teatro, il luogo dell’arte”. Qui tutto può succedere: una dimensione in cui, nonostante l’incenso, tutto appare più nitido. “Nella vita l’intelligenza è sopravvalutata. Ci sono persone che usano la propria intelligenza per fare il male. Io preferisco le persone sensibili”, ha ammesso Ruffini. Un viaggio alla riscoperta del proprio io, che fa così straordinariamente rima con Dio. Due parole in continua dialettica che possono entrare in comunicazione solo attraverso una terza parola. “Il contrario di morte non è vita, ma a-mors, amore – spiega Ruffini – la frase più ripetuta nella Bibbia è 'ama e non avere paura' ”.