
Incontro molto partecipato al palazzo della Regione, per ascoltare Alice Bellandi e Assunta Scutto, campionesse di spicco del gruppo Fiamme gialle, nel judo italiano, simboli di eccellenza e trionfo a livello mondiale e olimpico. Un momento unico nell’ambito del Festival dello Sport di Trento, con due atlete, che hanno vinto tra l'altro le medaglie d'oro ai recenti Campionati Mondiali 2025 e alle Olimpiadi di Parigi 2024. Dai mondiali, due ori davvero di peso.
Assunta Scutto ha ricordato l'importanza di questi successi che arrivano da molto lontano. Un percorso fatto di cadute e rinascita. Scutto ha ottenuto la medaglia d'oro ai Campionati Mondiali di judo 2025 nella categoria fino a 48 kg, regalando all'Italia il primo oro mondiale in questa categoria leggera.
Alice Bellandi ha sottolineato invece che: “Questo è il suo terzo Festival a Trento, un grande orgoglio ritornare. Le nostre sono storie diverse. Io volevo capire se dopo l'Olimpiade c'era ancora la fiamma. Con il passare del tempo ho capito che dovevo partecipare ad un grande evento. Siamo amiche e compagne di squadra”. Bellandi ha aggiunto che: “I successi sono momenti, sono giorni e come tali vanno ricordati. L'Olimpiade rimarrà per sempre il giorno più bello della mia vita, ma per averne un altro, si deve guardare avanti”.
Bellandi ha vinto la medaglia d'oro nella categoria fino a 78 kg ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, ottenendo la prima medaglia d'oro azzurra del judo in quell'edizione olimpica. Nel 2025, ha trionfato anche ai Campionati Mondiali di judo a Budapest, conquistando il suo primo titolo mondiale nei 78 kg dopo aver vinto l'argento e il bronzo in edizioni precedenti.
Mondiali che sono stati soprattutto un riscatto per Assunta Scutto: “Ovviamente – precisa la campionessa – superare una sconfitta precedente non è facile. Trovare la motivazione giusta è difficile. Se non avessi incassato una sconfitta non sarei quella che sono oggi. Al mondiale non volevo più avere rimpianti e la medaglia è arrivata. Io, ai grandi appuntamenti sono più motivata rispetto alle altre gare. Ho una grande voglia di vincere”.
“Per me ogni gara – ha sottolineato ancora Bellandi - è un test con me stessa. L'aspetto mentale è di fondamentale importanza per vincere. Devi sapere governare il tuo corpo con la testa. Credo di essere maturata mentalmente rispetto alle Olimpiadi. Ogni sconfitta serve a crescere, quando arriva bisogna accettarla e andare avanti”.
Per Scutto, la rinascita, non è stata facile da affrontare: “Ho analizzato nel profondo ogni aspetto – ha ricordato la campionessa – ho cominciato con una nuova versione di me stessa. Volevo proprio iniziare un nuovo capitolo. Dopo la sconfitta sono riuscita a ritrovare la tranquillità che mi ha portato alla vittoria mondiale. Spero di mantenere questa costanza. Stimo molto Alice per il suo percorso e per la sua capacità di ascoltarmi”. Scutto oggi, è considerata una delle migliori judoka al mondo nella sua categoria.
Le due campionesse, hanno ringraziato infine il loro allenatore per i risultati raggiunti in carriera, evidenziando quanto sia importante una corretta preparazione per raggiungere obiettivi internazionali. “Questo è uno sport molto difficile da praticare – ha detto Bellandi – quindi un grazie deve andare anche alle nostre famiglie per l'impegno nelle trasferte e il sostegno. Un grazie anche al nostro gruppo sportivo che ci permette di gareggiare e di lavorare con quello che più amiamo. E' un privilegio fare judo e mi sento fortunata”.
Sulla stessa linea anche Scutto: “Anche per me la famiglia è stata essenziale – io vengo da Scampia – nessuno dei miei è sportivo. Ma hanno aperto la loro mente al mio mondo. Ho iniziato a 16 anni ad allenarmi con le Fiamme gialle, che mi hanno dato una grande opportunità. All'inizio non sono mancate le paure per la distanza, le trasferte e le prime gare, ma tutti mi hanno aiutata e sostenuta”.
L'incontro si è concluso con uno scambio di battute tra le due atlete, sulle passioni comuni e gli aspetti dello sport e della vita che più le legano. Dal piatto preferito alla musica, fino ai riti scaramantici, immancabili anche nel judo, sempre con lo sguardo rivolto alle sfide future e alle prossime Olimpiadi.