
Dazi e tensione tra Europa e Usa in apertura dell’incontro con il presidente Patuelli, presidente di ABI, in seguito ai nuovi annunci del presidente Trump. “C’è molta preoccupazione – ha esordito - ma anche grande consapevolezza. Io ho una sensazione in questi mesi. Il linguaggio di Trump non è un linguaggio della politica o della diplomazia, ma proviene da un'esperienza commerciale. Io sono per tenere i nervi saldi e grande volontà di dialogo, non facendosi impressionare. Le banche italiane hanno avuto la cura più rigida di tutte. Hanno avuto una forte fase di revisione. L’Italia è riuscita però a trasformare le difficoltà in opportunità e questo conferma i nostri istituti di credito, tra i migliori in Europa”.
Sulla differenza tra banche americane ed europee: “In America da decenni il dibattito è aperto sul futuro. E’ chiaro che noi in Europa siamo più preparati e prudenti. Non acquisteremo prodotti americani solo perché sono tali. C’è grande consapevolezza, ma sono convinto che si dovrà puntare sul dialogo continuo con l’America”.
Su Europa, giganti esteri e nuove aggregazioni: “Non entro in casi specifici e non parlo di soggetti bancari e finanziari – ha detto Patuelli - sono iniziative di un mercato libero e vigilato. Ora il problema europeo è quello di avere una forte concorrenza nel mondo bancario. Sull’Italia non dico nulla, ma per l’Europa servono concorrenza, tutela della diversità delle banche (non omologazione), ma anche che siano le applicate le regole fondanti del sistema bancario”.
Che cosa si aspetta quindi per il futuro il presidente ABI? “Il processo di consolidamento italiano è il più avanzato in Europa. Vedo una tendenza diversa: bene che le banche si aggreghino, ma attenzione a tenere in vita le presenze diffuse, non solo in termini telematici”.
“Le garanzie nazionali – ha aggiunto Patuelli – hanno funzionato. Oggi la Commissione europea ha voltato pagina con un nuovo documento che presenta importanti novità per il nostro settore. Io chiedo da anni però, testi unici europei e non frammentazione di norme. Noi presidieremo con attenzione le scadenze previste dalla Commissione europea. E’ il momento di fare un salto di qualità anche a livello europeo. Se vogliamo una costituzione serve un meccanismo per scriverla. Non si può pensare che l’Europa cresca senza un atto costitutivo”.
Per quanto riguarda invece i tassi e i bilanci delle banche: “E’ chiaro che la forbice fra i tassi delle banche è diventata molto più stretta. Non c’è un guadagno facile. Con tassi così bassi, la ‘rischiosità’ del prestito è elevata. Il basso tasso infatti, fatica a remunerare. C’è il rischio di aumento dei crediti deteriorati. Ricordiamo che le critiche maggiori a Trump sono arrivate proprio dai mercati ”.
L’Unione Bancaria quindi, è considerata una condizione imprescindibile per la piena esistenza e competitività dell’Unione Europea, soprattutto in un contesto globale segnato da crisi geopolitiche, sfide economiche e trasformazioni tecnologiche. Antonio Patuelli, presidente dell’ABI, sottolinea come l’integrazione bancaria sia fondamentale per superare la frammentazione normativa e garantire un mercato finanziario unico, capace di sostenere la crescita e la stabilità del continente”. Non è solo una questione tecnica, ma la premessa necessaria per un’Europa davvero integrata, competitiva e capace di affrontare le sfide del futuro. Senza di essa, l’Unione Europea rischia di restare un progetto incompleto, vulnerabile alle crisi e incapace di sostenere la propria crescita e sicurezza
“L’Unione Bancaria assieme alla politica agricola comunitaria - ha concluso il presidente ABI - sono i due punti più avanzati di collaborazione in Europa. L’Unione bancaria è collaudata da quasi 11 anni (bene per la vigilanza e salvataggi banche medio piccole) ma mancano le regole comuni. Non si può lasciare un processo incompleto”.