
Mario Balotelli, famoso tanto dentro quanto fuori dal campo per i suoi comportamenti sopra le righe, ha iniziato a giocare a calcio prestissimo a Brescia e poi ha sfiorato il Barcellona: “Volevo provare ad andare all’estero – ha spiegato Mario - e i miei fratelli sfruttarono un contatto a Barcellona e riuscii a fare un mesetto nella cantera blaugrana assieme a Bojan Krkic e Thiago Alcantara. Purtroppo il Lumezzane, dove giocavo allora, chiedeva tanti soldi per il trasferimento e non se ne fece nulla e così firmai per l’inter”.
Nei nerazzurri Mario trova nel presidente Moratti e nel tecnico Mancini due figure di riferimento che gli fanno capire la responsabilità derivante dal vestire la maglia di un club importante. Immancabile il ritorno sull’episodio della maglia nerazzurra gettata a terra nella sfida di Champions League proprio contro il Barcellona: “Non ero preparato e abituato a sentire lo stadio che mi fischiava per un errore e ho reagito in quella maniera, chiaro che col senno di poi potendo tornare indietro non lo rifarei”.
Poi il trasferimento al Manchester City dove Mario Balotelli ritrova in panchina Mancini e vince la Fa Cup e il campionato prima di tornare in Italia al Milan (ma ero destinato alla Juve), prima di tornare all’estero: “In Turchia sono stato bene in un campionato di livello – ha aggiunto Mario - ho trovato una squadra molto forte che valeva ben di più della salvezza, poi il club ha avuto problemi economici e le cose sono cambiate”.
A 35 anni e senza una squadra attende l’offerta giusta: “Sono in stallo, mi alleno diverse volte alla settimana anche se sono da solo e fisicamente sto molto bene. Ho avuto offerte dall’estero ma speravo di trovare squadra in italia. Attualmente alcune offerte sono arrivate, devo decidere se firmare subito o aspettare la finestra di mercato a gennaio”. Chiusura con un’analisi riguardo la nazionale azzurra: “Non vedo più nei giocatori la fame, la voglia di dimostrare di valere, l’orgoglio di rappresentare il tuo paese e fare bene. Una volta tutti i calciatori crescevano con questa mentalità, oggi purtroppo non vedo la stessa cosa. Detto questo sono sicurissimo che si qualificherà al prossimo mondiale”.