Uno spazio accogliente, aperto, in cui non è atteso il silenzio ma un lieve chiacchiericcio, come quello che si può percepire nei parchi; personale competente, adeguatamente formato, riconosciuto, valorizzato, con cui gli utenti possano avere scambi costanti di reciproco ascolto e arricchimento, facilitati dalla tecnologia; incontri e relazioni; opportunità di crescita per bambini e adolescenti. Il tutto all'interno di una policy di sistema aggiornata, adeguata ai tempi e agli interlocutori, che preveda le giuste risorse per alimentare un ecosistema ricco e complesso.
Sembra essere un po' così la biblioteca del futuro emersa questa mattina al Teatro Sociale di Trento, il salotto cittadino che si è riempito per una tavola rotonda dedicata alla biblioteca pensata, dunque, come luogo dove si trovano conoscenza, svago, relazioni, sviluppo e anche spazio dei libri, come sottolinea uno degli slogan proposti durante l'estate.
Bibliotecari, amministratori, librai, esperti si sono ritrovati per confrontarsi sul presente e sul futuro di un fondamentale presidio culturale del nostro territorio, divenuto "sistema" ormai 45 anni fa grazie a una visione innovativa e lungimirante. Samuela Caliari, sostituto direttore dell’Ufficio Sistema Bibliotecario Trentino, ha aperto la mattinata ricordando la parola chiave che ha incalzato la riflessione: ri-partire, per ricostruire un rapporto, il più possibile inclusivo, con tutti gli operatori e gli utenti coinvolti nel sistema. Molti gli spunti emersi nel corso dei due panel coordinati da Claudio Martinelli, presidente del Conservatorio "F.A. Bonporti", e Alessandra Schiavuzzi, dirigente del Servizio Attività e produzione culturale della Provincia.
Innanzitutto, ci si è concentrati sul ruolo delle biblioteche nel rapporto tra sviluppo culturale e sociale che - come ha sottolineato Chiara Faggiolani, professore associato all’Università La Sapienza di Roma, citando Adriano Olivetti - da binomio indissolubile è divenuto dicotomia che va necessariamente ricomposta, raggiungendo quei target di utenti che oggi sono lontani, in particolare i giovani che stanno mostrando una fragilità che va intercettata e supportata.
Com'è avvenuto a Milano con le "biblioteche condominiali", raccontate da Liù Palmieri, responsabile innovazione e sviluppo, area biblioteche del Comune di Milano. Un'esperienza che, nata come iniziativa spontanea dai cittadini, è divenuta terreno di fertile sinergia tra pubblico e privato. Con i bibliotecari Graziano Cosner, responsabile delle biblioteche della rete di cinque Comuni della Paganella, e Elena Corradini, responsabile della biblioteca comunale di Ala, si è parlato a lungo del ruolo del bibliotecario e delle difficoltà di una professione non del tutto e non sempre riconosciuta che, pure, è motore fondamentale del Sistema Bibliotecario Trentino. Ripensando le biblioteche del futuro, dunque, è necessario soffermarsi sulle risorse umane, ripensare una nuova policy provinciale con un centro propulsore e un sistema, per l'appunto, che da lì si alimenti in maniera sinergica e che, rimescolando mezzi, strumenti, obiettivi, riconosca il valore dei bibliotecari, del loro lavoro prezioso, svolto talvolta con un senso di solitudine.
A Federico Borreani, fondatore di BAM! Strategie Culturali, e Andrea Zanni, bibliotecario digitale presso Horizons Unlimited gestore di MLOL, il compito di parlare nello specifico di innovazione, cambiamento, rinnovamento strutturale (tecnologico, ma non solo). Il primo presenta gli esempi di Cesena e Ferrara, Comuni accompagnati nel ripensamento delle biblioteche in un'operazione di ascolto con la cittadinanza di bisogni e criticità da una parte e di proposte e idee dall'altra che ha dato vita a una proficua co-progettazione partecipata. Il secondo parte da una delle cinque leggi di Ranganathan secondo cui la biblioteca è un organismo: un ecosistema vero e proprio da considerarsi, dunque, come un qualcosa di fisico che deve evitare lo scontro con il digitale per ibridarvisi e con ciò favorire la bibliodiversità, che propone richiamando il mondo naturale. Il digitale è un ambiente e non si può evitare, ma si può scegliere come viverlo e come alimentarlo e i bibliotecari sono chiamati a pensarsi dentro questo nuovo ambiente.
Non è mancato uno spazio per gli amministratori degli enti locali, affidato a Laura Marinelli, prima cittadina del Comune di Ossana, tra i più giovani sindaci della Provincia che, riprendendo l'importanza delle risorse umane e delle relazioni come fulcro delle biblioteche che sono, anche ma non solo, luoghi fisici e burocratici, non nasconde le difficoltà che le realtà comunali, soprattutto le più piccole, si trovano a gestire talvolta anche per procedimenti amministrativi che limitano invece che favorire l'innovazione e la crescita. E con questo si unisce all'appello per il rinnovamento della policy provinciale.
Di giovani si è parlato a lungo e anche ai giovani si è voluto dare voce: a Tommaso Pavesi, studente universitario di infermieristica, impegnato nei tavoli di lavoro giovanili del territorio, e Lucia Ori, della Fondazione Megalizzi e programmer culturale di Poplar Festival, il compito di far parlare le nuove generazioni. I giovani sono tanti, sono diversi e riconoscere le specificità dei diversi segmenti, capire i diversi i target e tentare di intercettarli, può essere un elemento di crescita e rafforzamento per il sistema delle biblioteche.
Mirko Bisesti, dopo un sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno contributo all'incontro, ha sottolineato che "La vera domanda che dobbiamo porci - ha affermato - è dove vogliamo andare, partendo da un'idea che sia condivisa e da un atteggiamento di profondo rispetto verso le biblioteche, dovuto al lavoro che è stato fatto fin qui. Sappiamo che sono necessari dei cambiamenti, a partire dal digitale, per attirare persone che solitamente non partecipano, nonostante la ricca proposta culturale che le biblioteche già organizzano. Tantissime le sfide che ci attendono, quindi, considerando che la biblioteca deve innovarsi ma non snaturarsi. Dobbiamo essere ambiziosi e uniti sia negli obiettivi sia nel metodo che deve essere quello della coesione sociale, delle alleanze che vedano le nostre biblioteche non solo come spazi fisici, ma come luoghi di costruzione di comunità e, quindi, come fattore di sviluppo e di benessere economico territoriale in continuo dialogo con scuola, istruzione, ricerca. Un sistema che ha bisogno di stimoli e simboli e per questo" - conclude - "vado ad accogliere una persona".
La mattinata si è chiusa con un'ospite speciale: l'assessore accompagna sul palco Maria Benigni, storica libraia della storica libreria del capoluogo che ha chiuso i battenti quest'anno dopo oltre otto decenni di attività. Questo il suo consiglio: quando si propone un libro, bisogna proporlo e non imporlo, perché il libro è un amico paziente che aspetta il momento giusto per l'incontro, quello in cui si è disposti ad ascoltarlo davvero.
Un appuntamento intenso, ricco di stimoli e riflessioni, arricchito dall'accompagnamento elegante e discreto degli artisti di Finisterrae Teatri, e che è solo una tappa di un percorso più lungo. Il prossimo è per lunedì 28 novembre - sempre al Teatro Sociale - per un incontro-spettacolo condotto dall'imprevedibile Dario Vergassola che intervisterà Lella Costa, attrice, scrittrice, doppiatrice; Erica Liverani, cuoca, vincitrice della quinta edizione di Masterchef Italia; Marino Bartoletti, autore e giornalista sportivo; Oscar Di Montigny, scrittore, divulgatore e keynote speaker internazionale; Stefano Musazzi, "il Musazzi", digital creator.
L'ingresso è gratuito ed è possibile prenotarsi sul sito go.prismi
Fotoservizio e immagini a cura dell'Ufficio stampa
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