
Il convegno è stato aperto con un messaggio di saluto dell’assessore provinciale alla cultura Francesca Gerosa, del presidente del METS Ezio Amistadi e del sindaco del Comune di San Michele all’Adige, Alessandro Ziglio. “Ringrazio vivamente tutti coloro che hanno lavorato all’organizzazione di questo convegno così significativo, perché interroga tutti noi su temi e concetti che mettono in evidenza sfaccettature diverse per riflettere sul rapporto tra l’essere umano e il mondo che abita, sulla natura e la cultura. Ma soprattutto questo convegno parte dal presupposto che l’istituto del museo sia un laboratorio di pensiero sul contemporaneo che, a partire da documenti e da beni del passato anche remoto, sia generativo sempre di nuove riflessioni sulla nostra contemporaneità, vissuta nei mutamenti ecologici attuali e in un immaginario collettivo sempre più vasto” questo il saluto di esordio dell’assessore Gerosa.
Articolato in quattro sessioni tematiche, il convegno esplora – con uno sguardo prevalentemente antropologico – le molteplici forme in cui il “selvatico” continua ad abitare la contemporaneità: il rapporto fra paesaggio selvatico e paesaggio antropizzato; l’influenza e la persistenza del selvatico nell’alimentazione e nella cura; la visione femminile della natura selvatica; l’occhio del cinema fra selvaggio/selvatico e addomesticato.
Ciascuna delle tre giornate convegnistiche è impreziosita da momenti di visita alla mostra insieme ai curatori delle diverse sezioni e da incontri serali particolarmente originali: una pièce teatrale in cui verrà intervistato uno dei massimi botanici del passato, Pietro Andrea Mattioli; una cena sensoriale a cura dello chef stellato Alessandro Gilmozzi; un evento cinematografico interattivo.
Un’occasione per studiosi, appassionati e curiosi: il selvatico è parte del nostro modo di vivere, pensare e raccontare il mondo.