Domenica, 24 Luglio 2022 - 12:39 Comunicato 2301

Oggi alla cerimonia di Bezzecca è intervenuto il presidente Maurizio Fugatti
Al Colle di Santo Stefano per ricordare i caduti di tutti i conflitti

“Il Trentino è una terra di confine che ha vissuto numerosi passaggi storici e conflitti, sui quali esistono sentimenti e posizioni diverse, proprio per questo suo essere un territorio di frontiera. Oggi ricordiamo ciò che è successo a Bezzecca e i suoi riflessi in ambito nazionale, un momento importante della storia che segnò il tempo del nostro Paese. In questa fase, in cui la guerra è purtroppo entrata in Europa, è fondamentale ricordare non solo la nostra storia, ma anche la gravità dei fatti accaduti in passato e di quelli odierni, affinché sia possibile ricostruire la pace in questa fase delicata per l’Europa e per il nostro Paese”. È stato con queste parole che il presidente della Provincia Maurizio Fugatti è intervenuto oggi alla commemorazione ufficiale della battaglia di Bezzecca, in Val di Ledro, che si svolse nel luglio del 1866 durante la Terza Guerra d'Indipendenza. Accanto al presidente vi erano il sindaco del Comune di Ledro Renato Girardi e Francesco Garibaldi Hibbert, erede e presidente dell'Associazione nazionale Giuseppe Garibaldi, l’onorevole Vanessa Cattoi, nonché amministratori dell’Alto Garda, autorità civili e militari.
Al Colle di Santo Stefano in Val di Ledro la cerimonia di Bezzecca per ricordare i caduti di tutti i conflitti (da destra il sindaco del Comune di Ledro Renato Girardi, il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, l’onorevole Vanessa Cattoi) [ Archivio Ufficio stampa PAT]

Il sindaco di Ledro, Girardi, nel ricordare i fatti d'armi del Colle di Santo Stefano, ha sottolineato come si trattò di una battaglia dal grandissimo significato per l'unità d'Italia, collegandosi quindi all’Unione Europea che “non deve essere scontata”. Nelle parole del primo cittadino il richiamo alla guerra in Ucraina, alle porte d’Europa, dove si stanno difendendo "la democrazia e la libertà dei popoli, i nostri stessi confini”, quindi un pensiero ai morti di questo conflitto che “diventeranno i futuri militi ignoti”.
L’onorevole Vanessa Cattoi ha poi messo in luce il “modello trentino”, di “rispetto delle culture e delle identità diverse”, infine Francesco Garibaldi ha ricordato la battaglia di Bezzecca, “momento fondamentale di costruzione dell’identità nazionale” e la figura di Garibaldi, che ha dedicato la propria vita “alla libertà dei popoli”, concludendo come sia necessario ricordare “il sacrificio, per la nostra libertà, di chi ci ha preceduto”.
Il colle di Santo Stefano è noto per la storica battaglia del 21 luglio 1866 fra i volontari garibaldini e le truppe austriache; proprio a Bezzecca Giuseppe Garibaldi rispose con il famoso "Obbedisco" all’ordine di ritirata dal Trentino, alcuni giorni dopo, da parte di Vittorio Emanuele II. La zona fu teatro di battaglia anche durante il Primo conflitto mondiale e il sito divenne, nei decenni successivi, luogo di memoria non solo delle vicende garibaldine ma anche della Grande Guerra. Accanto al Sacrario e al cimitero, rimangono le lapidi in memoria della Battaglia del 1866, le trincee, i camminamenti, i monumenti e le lapidi in onore dei combattenti della Prima guerra mondiale.
La cerimonia in ricordo della Battaglia di Bezzecca, promossa dalla locale amministrazione insieme alla Rete museale di Ledro e alle associazione della valle, è iniziata alle 9.30, con l'adunata delle diverse associazioni d'arma e le autorità civili e militari in piazza Garibaldi, dopo i saluti delle autorità civili e militari, la sfilata e la salita verso il colle con la deposizione di quattro corone, fra cui quella al milite ignoto, con l'accompagnamento musicale della Fanfara “Città dei mille” di Bergamo. Poi la Santa Messa in ricordo dei caduti di tutte le guerre.
La commemorazione si è conclusa con la presentazione del libro "La Contessa. Virginia Verasis di Castiglione" e la degustazione di "Anita Garibaldi", bottiglia commemorativa per il bicentenario della nascita dell'eroina dei Due Mondi.

Immagini a cura dell'Ufficio Stampa

(at)


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