
La fama di Bezzi è legata principalmente ai paesaggi, ma la sua attività creativa fu molto più ricca e articolata di quanto la critica gli abbia finora riconosciuto. Lo rivelano i quaranta dipinti esposti a Castel Caldes – alcuni dei quali per la prima volta – cui si aggiungono opere grafiche, fotografie d’epoca, lettere e documenti utili alla ricostruzione della biografia del pittore. L’esposizione di una serie di schizzi e bozzetti preparatori ricostruisce per la prima volta la genesi di un dipinto perduto, il più grande mai eseguito da Bezzi. Si tratta del pannello decorativo realizzato nel 1909 per il salone dell’Hotel Mendelhof al Passo Mendola, che rielaborava un tema particolarmente caro al pittore, quello delle donne al lavoro presso una fontana, già affrontato nel 1893 nell’opera Vigilia della sagra, con cui Bezzi si presentò all’Esposizione Internazionale di Monaco di Baviera. L’originale approccio dell’artista alla figura umana è documentato da una serie di ritratti e da alcuni vivaci dipinti di genere. La sua vicinanza alla poetica del verismo è ben rappresentata dalle scene di vita quotidiana, ambientate in contesti rurali o nelle amate città di Verona e Venezia. Tra i dipinti di soggetto veneziano primeggia Canal Grande, del 1893, cui si affianca Giorno di Magro, nel quale l’artista coglie “dal vero” le donne al mercato del pesce in Campo Santa Margherita: un capolavoro del 1895 premiato all’Esposizione Universale di Parigi, inedita replica della più nota versione acquistata alla Biennale di Venezia da re Umberto I.