Lunedì, 28 Giugno 2021

Flavio Faganello, Sul monumento, Primo maggio 1968

(Archivio fotografico storico PAT, CCBY-NC)

Nel primo dopoguerra, la fotografia aveva catturato le immagini di grappoli di legionari trentini o mutilati di guerra assiepati tra le sculture del monumento a Dante, a formare nuovi brulicanti ordini di figure attorno all’alto basamento in granito, ai piedi del poeta. 
Nella fotocronaca di Faganello, nulla rimane del sentimento di unità nazionale che ispirava quei lontani, compatti schieramenti. In questa seconda, ravvicinata visione d’insieme, pubblicata nel 2001 nel volume Trento. Cronache 1950-2000, con fotografie di Faganello e testi di Franco de Battaglia, l’autore ha racchiuso tutto il senso di un epocale passaggio generazionale, fissando la memoria di un assalto simbolico e universalista all’emblema dell’ordine del passato. 

L’“Alto Adige-cronaca di Trento” ricorda che alla manifestazione erano convenuti soprattutto studenti della Facoltà di Sociologia e degli Istituti superiori cittadini, della vicina Vallagarina e di Riva del Garda, ma anche di Bolzano e della zona di Verona. Il raduno era stato  pacifico, tanto che al cronachista lo stuolo di agenti di polizia schierati era sembrato fin troppo ingente. La mattinata aveva visto alternarsi i comizi di alcuni leader studenteschi come Marco Boato e Mauro Rostagno; gli astanti avevano poi ascoltato le testimonianze di un operaio e di uno studente delle scuole superiori che aveva ricordato che «la classe studentesca era stata costretta negli ultimi tempi a trasformare i banchi in trincee». Era stata letta la lettera di uno studente portoghese e aveva portato un saluto la figlia di un rivoluzionario spagnolo costretto all’esilio in Francia dal regime dittatoriale franchista.
(KM, MV)

(us)


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