Lunedì, 28 Giugno 2021

Flavio Faganello, Sui bronzi, 1988

(Archivio fotografico storico PAT, CCBY-NC)

Neppure Dante, Virgilio e Sordello sfuggono all’impettita prevaricazione dei piccioni acquartierati sul monumento. Ancora a Franco de Battaglia si deve la constatazione che le fotografie definite ironiche rappresentano l’espressione più autentica e rivelatrice dello sguardo curioso di un fotografo capace di consegnarci “le contraddizioni e le schizofrenie dei tempi” in inattese sintesi visive. Anche questa fotografia del monumento è il frutto di un istinto che di fronte allo spettacolo, grande o piccolo, del mondo, sa organizzare l’attimo perfetto - il “momento decisivo” codificato dalla storia della fotografia - in perfette griglie compositive, eliminando ogni elemento superfluo o di disturbo. Come in questa geometria di uccelli, teste bronzee e corone di alloro, che all’inevitabile sorriso associa la cruda, analitica osservazione dell’accumulo di deiezioni e delle alterazioni dei bronzi, assieme al dettaglio del nido di vespe che deturpa lo sguardo dantesco. 
(KM)

(us)


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