Lunedì, 28 Giugno 2021

Giovanni Battista Unterveger, Bozzetti del Monumento a Dante nel Palazzo delle Scuole di Trento, stampa su carta all’albumina, 1891

(Archivio fotografico storico PAT, CCBY-NC)

Il 21 settembre 1891 per le vie di Trento si potevano incontrare Vincenzo Jerace, Emilio Marsili, Urbano Nono, Ettore Ximenes e Cesare Zocchi, giunti come altri artisti per allestire con le loro interpretazioni del tema dantesco quella che doveva apparire come una grande mostra sulle tendenze della scultura monumentale contemporanea. Il fermento è palpabile anche dai brevi trafiletti pubblicati sulla stampa locale: le 42 sculture in gesso erano collocate nelle sale del nuovissimo Palazzo delle Scuole, ora sede della Facoltà di Sociologia, ma il difficile clima politico e il timore di interventi da parte dell’autorità austriaca indusse all’ultimo a negare l’accesso al pubblico. Gli unici spettatori ammessi furono i membri della commissione incaricata di giudicare i bozzetti. Accanto a loro si aggirava nelle sale Giovanni Battista Unterveger, autore di una preziosa documentazione delle opere, nell’ambito della sua decennale e sistematica “illustrazione fotografica” del territorio trentino e delle sue emergenze artistiche. 
Sebbene tutto avvenga in sordina, il giornale roveretano “Il Raccoglitore”, il primo ottobre 1891 pubblicò una lunga recensione quasi interamente dedicata al gesso contrassegnato dal motto “Ghibellino”.

 

Di forma del tutto nuova, a primo colpo d’occhio ricorda nella sua arditezza il campanile di Giotto, piuttosto di uno dei soliti monumenti che, per quanto variati, l’uno richiama l’altro. Del resto nella sua armonica grandiosità, nella sua ricchezza, è semplicissimo.

 

Lo si vede in secondo piano, nella fotografia che pone al centro l’opera del trentino Andrea Malfatti e valorizza la monumentalità dell’insieme: è il bozzetto iniziale di Cesare Zocchi, descritto pubblicamente per la prima volta e destinato, dopo alcune modifiche, a vincere il concorso.

(ER)

(us)


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