Lunedì, 28 Giugno 2021

Fratelli Pedrotti, Tamburini ai piedi del monumento, stampa su carta alla gelatina sali d’argento, 1935 ca.

(Archivio fotografico storico PAT, CCBY-NC)

I Pedrotti, che negli anni successivi pagheranno di persona la scelta antifascista e le simpatie comuniste, furono nondimeno acuti interpreti della vita pubblica del regime, con una loro particolare impronta. Non ritroviamo in questo scatto, infatti, la presenza geometricamente ordinata dei balilla tamburini che possiamo immaginare occupassero ben schierati lo spazio antistante il monumento. La scena di massa, con il suo potenziale retorico, resta fuori campo, completamente eclissata dall'inquadratura stretta, dal basso verso l’alto, che la ridimensiona a due soli figuranti. Il primo piano, inoltre, viene completamente occupato dal tamburo: forse un richiamo alla passione dei fratelli per il mondo della musica e della coralità, o per altro verso alla continuità tra l’ideologia nazionalista e i nuovi rituali fascisti. Di certo la composizione si distingue per il gioco di corpi e forme che attraverso il filtro fotografico ricompone vita e bronzo, senza soluzione di continuità, in un confronto serrato con l’invenzione di Cesare Zocchi, peraltro presentata nelle sue figure più significative e riconoscibili.
(DP)

(us)


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