Vulnerabili beni è nato durante il lockdown: alcune parole, utilizzate normalmente in relazione alla cura e tutela del nostro patrimonio culturale, sono circolate insistentemente durante la pandemia nel conversare quotidiano a proposito della fragilità umana. Da qui l’idea di considerarle parole-ponte, per la capacità di mettere in risonanza la condizione dell’uomo con quella dei nostri beni culturali, dando vita a una riflessione sulle azioni e i pensieri che ruotano attorno al concetto di vulnerabilità: delle persone, della memoria, dei vissuti personali, ma anche dei nostri beni, patrimonio di tutti e di ciascuno, in cui si riconosce ed esercita il senso di appartenenza e di cittadinanza.
Il progetto si è quindi concretizzato in 10 brevi episodi sonori composti da testi liberi e da testi didascalici riferiti a un bene culturale oggetto di restauro, che nelle puntate radiofoniche saranno proposti assieme a brevi testimonianze di figure attive in diversi settori della cultura. Alcuni operano nell’ambito della tutela, altri della formazione o della produzione culturale: intervistati dai conduttori della radio, riflettono su aspetti della comunicazione, del loro percorso formativo o professionale, o dell’accessibilità al patrimonio culturale.
I podcast sono stati realizzati grazie alle voci di Ilaria Andaloro e Fabio Gaccioli, fondatori di Eleuthera Teatro e autori dei testi liberi, le musiche originali di Maurizio Brugnara, la registrazione e produzione di Carlo Nardi. L’immagine di copertina riproduce un’opera di Giuliano Ravazzini. Il progetto è a cura di Lucia Cella.
Dopo il primo laboratorio narrativo proposto con Vulnerabili beni a un’utenza adulta, finalizzato a sperimentare una pratica di ascolto e narrazione partecipati attorno al tema della fragilità, e le puntate radiofoniche, un’ulteriore tappa di questo progetto prevede più avanti una versione modulata sulle esigenze della scuola superiore, per una pratica inedita di educazione alla cittadinanza e al patrimonio.