Venerdì, 26 Maggio 2023 - 11:07 Comunicato 1539

Focus sulla situazione bancaria alla Filamonica, per il Festival dell'Economia di Trento
Vigilanza e integrazione, ma anche emergenza climatica tra le sfide per le banche europee

Molti i temi al centro dell'attenzione dell'incontro che si è tenuto stamattina alla Filarmonica di Trento. Ospite del Festival dell'Economia, Andrea Enria, presidente del Consiglio di vigilanza della Banca Centrale Europea dal gennaio 2019, incarico che gli è stato affidato per l’esperienza maturata tra il 2011 al 2018, al vertice dell'Autorità Bancaria Europea, di cui è stato il primo presidente. Tanti i temi affrontati, dalla situazione attuale alle sfide per le banche, e non sono mancate le preoccupazioni per il futuro.
FESTIVAL DELL'ECONOMIA La vigilanza bancaria europea e l’integrazione da completare Nella foto: Andrea ENRIA Data 26 maggio 2023 Luogo: FILARMONICA [ Domenico Salmaso - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Le problematiche europee di primo piano sono analizzate nel confronto con la giornalista Mariangela Pira (Sky TG24), soffermandosi sulle priorità da affrontare. Enria ha evidenziato che la situazione attuale delle banche europee è buona, anche per redditività. “Non vediamo in Europa – ha sottolineato – situazioni come quelle americane. In particolare, l'aumento dei tassi per le banche europee è una buona notizia. E' però un momento delicato e bisogna essere in allerta sempre. Marzo in particolare, è stato un mese difficile, con dinamiche molto preoccupanti. I social media stanno influenzando molto i risparmiatori, con notizie spesso false e con reazioni successive nei mercati. Mi preoccupa in particolare il grande nervosismo nei mercati, per il rapido cambiamento dei tassi. Gli investitori quindi prendono subito decisioni che poi contaminano anche i depositi”.
Dai rapporti americani post crisi – ha aggiunto ancora il presidente del Consiglio di vigilanza della Banca Centrale Europea - sono emersi in particolare i problemi nella 'governance' delle banche stesse e una certa debolezza della vigilanza. Secondo Enria, non c'è bisogno da noi di grandi riforme del sistema ma servono buona 'governance' e 'vigilanza' attenta.
In merito all'unione bancaria, funziona ma ci sono altri aspetti che potrebbero proiettarci maggiormente verso il futuro. Ci sono ancora troppe differenze tra uno Stato e l'altro. Se fallisce una banca in Nevada, sono presenti banche che provengono anche da altri Stati, quindi è meno probabile ci sia una crisi. Il fondo di garanzia federale può vendere ad altre banche. In Europa invece, c'è molta meno diversificazione, manchiamo di capacità di sistema a livello europeo. “Spero – ha continuato il presidente - che negli anni futuri ci sia una nuova spinta verso l'integrazione europea. Le banche sono ancora viste come strumento troppo legato alle politiche nazionali”.
Non è mancato infine il tema dei cambiamenti climatici, fortemente legato anche alle banche europee. “Noi come vigilanza – ha detto Enria -, dobbiamo spingere le banche a misurare, gestire e dare conto di come prendono e gestiscono questi rischi. Nel 2020 abbiamo già inviato alcune richieste precise. Le banche hanno ammesso di essere distanti dalla questione climatica, ma il processo è stato avviato per essere in linea con aspettative entro il 2024. Se non lo faranno ci saranno penalizzazioni. In più casi abbiamo sollecitato buone pratiche da attivare. Le realtà europee sono più avanti delle altre, nel resto del mondo. Sono state sviluppate delle 'policy' che alla fine diventano anche vantaggi competitivi. In conclusione, c'è un ritardo ma le banche con la nostra spinta si stanno preparando”.
Molte e diversificate infine le richieste di chiarimento da parte del pubblico presente in sala: dalla valutazione reale dei derivati che merita grande attenzione, alla concorrenza fra istituti con i relativi tassi ancora troppo bassi, ma anche il ruolo delle banche territoriali e le nuove sfide della digitalizzazione con sempre nuovi servizi. A volte – ha concluso il presidente – le banche non hanno avuto coraggio nel prendersi qualche rischio in più anche anche a livello europeo. Il nostro ruolo nella vigilanza diventa fondamentale, anche se oggi il rischio può nascondersi anche nei soggetti non bancari, con prodotti finanziari legati a fondi pensione o assicurazioni, che hanno una diversa regolamentazione rispetto agli istituti di credito.

(Cz)


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